05 maggio 2022

Flash crash: a pensar male...

Lunedì mattina le borse di mezza Europa hanno assistito a un crollo improvviso, testimoniato dal grafico che vedete. 

Il colpevole è un operatore della banca Citi che ha inserito un ordine sbagliato, che a sua volta ha provocato ordini di vendita automatici. Per quanto possibile si è corsi ai ripari e i valori sono tornati quelli di prima.

A pensar male si fa peccato ma a volte ci si azzecca, suggeriva un noto politico, anni fa.

Cosa si potrebbe pensare (male)?

Immaginare che qualcuno voglia sfruttare gli ordini automatici e il nervosismo del mercato, prodotto dalla guerra in Ucraina. Una notizia positiva negativa può spingere le borse molto in alto o in basso e quindi diventa indispensabile disporre di ordini di acquisto e vendite automatici. 

Se il valore di una azione o di un paniere di azioni scende, il programma di un computer vende per limitare le perdite, salvo che un operatore umano intervenga a bloccare l'ordine automatico che scatta al verificarti di determinate condizioni. 

Immaginate che qualcuno voglia sfruttare questo meccanismo, provocando un'ondata di vendite per poi acquistare azioni (o altri titoli) a un prezzo più basso di quello corrente. Costui dovrebbe vendere una grande quantità di titoli, in un colpo solo, a un prezzo più basso di quello di mercato. Troverebbe degli acquirenti, perchè se un'azione in un certo momento è quotata, supponiamo, 10 euro, tanti inseriscono ordini di acquisto a 9,95, 9,90, 9,80, a 9,70 e così  via. 

Quindi se qualcuno inserisse un ordine di vendita a 9,50 otterrebbe quanto desiderato: vendere i titoli facendo scendere il prezzo.

Ma questo innesca altre vendite, automatiche, di società che hanno acquistato lo stesso titolo ad esempio a 9 euro e preferiscono venderlo a 9,40 guadagnando poco piuttosto che trovarselo il giorno dopo con un valore inferiore ai 9 euro.

Le vendite automatiche fanno scendere il valore sotto i 9,50 della vendita iniziale e a questo punto chi ha innescato il crollo decide di ricomprare. Ha venduto a 9,50 e compra magari a 9,20.

Ricompra solo il titolo che ha venduto? No, perchè la vendita di un gran quantitativo di una azioni, che è facile bollare come errore di un operatore, spinge verso il basso tutto il mercato. Si può comprare di tutto, certi che il valore dei titoli ritornerà a salire.

Ovviamente tutto questo è fantaeconomia, anche se dovremmo ricordarci, del capo della finanza di ENI degli anni '80 che speculava, insieme a una mezza dozzina di colleghi di importanti compagnie petrolifere, sui cambi. 

Si erano messi d'accordo per attuare una strategia comune senza lasciare traccia. Usavano le ingenti risorse di aziende petrolifere, che ogni mese effettuano pagamenti per cifre colossali, per speculare. 

Diversi gli scopi: il guadagno personale, il guadagno dell'azienda per cui lavoravano e la creazione di fondi neri da versare a politici del proprio paese e stranieri.

Ai tempi forse non esistevano gli ordini automatici ma il giochetto era sempre quello: innescare un'ondata di vendite per comprare a un prezzo più basso, ben sapendo che le vendite generano preoccupazione e altre vendite e quindi il prezzo diminuisce.


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