Da qualche tempo molte maglie delle squadre di calcio sono sponsorizzate da criptovalute.
Un cattivo segnale per diversi motivi.
Il primo è che i marchi tradizionali non intendono spendere soldi per farsi pubblicità tramite il calcio o, almeno, non vogliono farlo a certe cifre, segno di prospettive economiche non ottimistiche.
Il secondo è che il futuro delle criptovalute è tutt'altro che tranquillo. Se mai fosse utilizzato come un normale strumento di pagamento, per esempio una carta di credito, è facile pronosticare che si assisterebbe in poco tempo alla scomparsa di gran parte di esse. Quando le carte di credito sono state adottate da imprese e consumatori, gran parte di quelle esistenti ha cessato di esistere. Se lo stesso dovesse accadere per le criptovalute e le piattaforme di scambio, gran parte degli sponsor del calcio sparirebbe.
Il terzo motivo è che di criptovalute ce ne sono tante, anzi troppe e paiono esistere perchè qualcuno specula su di esse e offre servizi costosi legati alle criptovalute che non perchè ha un senso usarle. Ma la speculazione funziona in due sensi: può far guadagnare ma anche perdere ingenti somme. In questo secondo caso c'è il rischio che il calcio e gli altri sport sponsorizzati dalle criptovalute, si trovino all'improvviso senza i soldi previsti dai contratti di sponsorizzazione.
E' quel che rischia in questo momento l'Inter (come racconta Sportmediaset), che da quest'anno ospita il marchio Digitalbits sulle magliette (al posto di Pirelli) e a pochi mesi dalla firma del contratto è alle prese con pagamenti pericolosamente in ritardo.
Nessun commento:
Posta un commento