15 dicembre 2024

Più occupati, meno PIL

La disoccupazione in Italia diminuisce, il numero dei lavoratori aumenta ma il tasso di crescita diminuisce, registrando uno 0,5% stimato per l'anno che sta per concludersi al posto dello 0,8-0,9%. previsto.

Com'è possibile? 

L'Istat spiega che sono aumentati gli occupati (+47 mila) ma ancora di più gli inattivi (58 mila) ovvero persone che potrebbero lavorare ma non cercano, e si tratta soprattuto di donne e persone sotto i 35 anni; che gli occupati in più sono soprattutto persone sopra i 50 anni e che calano gli occupati nella fascia 25-49 anni e tra i dipendenti a termine.

Rispetto a un anno fa sono aumentati gli occupati (363 mila) ma anche disoccupati e inattivi, cresciuti di quasi 900 mila unità.

Ci sono poi la produttività (in soldoni il valore del prodotto per occupato) in calo e inferiore al resto d'Europa (vedasi il grafico), e la crisi evidente dell'industria, con la produzione industriale in calo quasi ininterrotamente da 2 anni. 

Cosa significa tutto questo? 

I dati sull'occupazione non offrono un buon segnale perchè disoccupati e inattivi salgono quando l'economia offre pochi posti di lavoro, oppure offre posti mal pagati. Chi non intende lavorare a certe condizioni, smette di cercare lavoro o lo cerca, salvo rifiutarlo se le condizioni sono sgradite.

Tutto ciò è coerente sia con l'evidente crisi dell'industria, sia col rallentamento del PIL, che invece dovrebbe crescere con l'occupazione. Ed è coerente pure con il fatto che non aumentano i giovani occupati, mentre crescono i lavoratori oltre i 50 anni che presumibilmente si trovano nelle condizioni di non rifiutare le offerte ricevute.

Insomma i dati dicono che c'è poco da stare allegri. Le cose vanno male nell'industria, gli italiani lavorano di più ma per guadagnare poco, chi ottiene un nuovo lavoro pare non poter fare a meno di accettare le condizioni offerte e l'economia cresce meno del previsto.

Se il governo festeggia (alcuni) dati positivi e l'amicizia con Musk, il paese reale scivola verso l'Argentina di Milei dove oltre metà della popolazione non se la passa bene.

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