10 luglio 2015

Bolla in Cina? Istruzioni per l'uso

In pochi giorni la borsa di Shanghai ha perso oltre un terzo del proprio valore e l'allarme per le conseguenze, considerate molto più pericolose di un eventuale fallimento greco, si è diffuso in tutto il mondo.

E' la classica bolla che si sgonfia, un caso da manuale.

La bolla s'è gonfiata negli ultimi 12 mesi. I valori di borsa sono saliti del 150% in dodici mesi, tra la metà del 2014 e quest'anno. La ragione è lo sbarco in borsa di molti risparmiatori cinesi, attratti dai valori in crescita.

Si convincono che i valori saliranno ancora, come sono saliti in passato, e comprano titoli. Spesso dietro alla spinta iniziale di un mercato che sale all'impazzata c'è una realtà nata dal nulla che cresce a ritmi elevati. Per esempio una impresa che propone un bene o un servizio che prima non c'erano. I clienti diventano migliaia in poco tempo, poi decine di migliaia, poi centinaia di migliaia.

Oppure c'è un'economia, come quella cinese, che cresce a tassi elevatissimi.

Chi vede i valori delle azioni in costante aumento fatica a capire che a un certo punto la crescita rallenterà perchè non ci saranno più molti clienti per un'impresa o di strade, porti, aeroporti, centrali elettriche ecc da aggiungere a quelli esistenti.

Così molti si illudono che l'aumento dei valori di borsa sarà infinita e puntano anche i soldi che non hanno indebitandosi, sulle azioni che promettono di acquistare valore.

Prima o poi però si devono fare i conti con la realtà. Quando si vede che la crescita rallenta, incomincia la vendita delle azioni. Chi ha guadagnato, corre a venderle e fa lo stesso chi teme perdite e ancora di più chi s'è indebitato per comprare le azioni.

Ecco spiegato lo scoppio della bolla, che il governo cinese cerca di contrastare sospendendo la quotazione di una percentuale elevata delle azioni, immettendo liquidità nel mercato e dando ordini alle imprese pubbliche perchè operino in borsa in modo da contrastare il crollo.

Il vero rischio è che milioni di cinesi subiscano perdite colossali e riducano per questo i propri consumi. Se accadesse, le conseguenze si vedrebbero sull'intera economia mondiale: il grande produttore cinese non può solo esportare. Deve anche diventare un grande consumatore.

Per questo motivo il governo cinese mette in campo anche le enormi riserve di euro e dollari che la Cina ha messo da parte in questi anni.

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