03 luglio 2015

Grecia: accordo entro martedì?

Code nelle poche banche aperte per pagare, a rate, le pensioni, traghetti vuoti, rifornimenti in dubbio nelle isole, turismo che perde clienti. Pare sia questa la situazione della Grecia al quarto giorno di chiusura delle banche.

La chiusura delle banche è una decisione sensata per certi versi e insensata per altri.

E' sensata perchè lunedì 28giugno i fondi a disposizione erano pochi e rischiavano di finire in poco tempo, aumentando la disperazione di milioni di cittadini e facendo precipitare un'economia in grave difficoltà.

E' una decisione insensata perchè ha l'effetto di un gigantesco spot che non può essere ignorato e che dice ai greci di non spendere e agli stranieri che è meglio stare alla larga da un paese allo sbando che perderà, solo per la scelta di chiudere gli sportelli, credibilità, posti di lavoro, fatturato delle imprese e imposte nelle casse statali.

Se a poche ore dal voto restano pochi soldi e si rischia, da martedì, di non dare più soldi ai greci, si spiega l'affermazione del ministro Varoufakis che comunque vada il voto entro 48 ore ci sarà un accordo. E' una necessità per non danneggiare ulteriormente l'economia.

Ma che accordo potrà essere? Martedì Tsipras e Varoufakis rischiano di trovarsi con le spalle al muro.
Pur di ottenere liquidità che sta all'economia come il sangue sta al corpo umano, il governo greco accetterà qualunque condizione.

Così mentre Tsipras fa leva sull'orgoglio dei greci, Varoufakis annuncia un accordo in tempi brevi, magari alle condizioni rifiutate qualche giorno fa, ben sapendo che ogni ora che passa l'economia e le casse dello stato subiscono un danno. Un danno enorme per avere il diritto di sentirsi orgogliosi del proprio paese e l'illusione di non piegarsi all'Europa.


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