14 gennaio 2016

Petrolio a 30 $

Dall'inizio dell'anno le borse mondiali hanno perso una parte del loro valore. Colpa principalmente del calo del petrolio, ma anche del rallentamento dell'economia cinese, che influendo sulla domanda di petrolio, ne fa scendere il prezzo.

A noi italiani memori delle crisi petrolifere degli anni '70, il calo del petrolio pare una buona notizia. Ma forse non è così.

La prima ragione è che il calo del prezzo del petrolio significa per i paesi occidentali un calo delle esportazioni di beni di lusso e di tecnologia verso i paesi produttori. Con il prezzo basso infatti non è conveniente investire nel settore petrolifero e i consumatori dei paesi produttori diventano clienti meno generosi per le imprese europee e americane.

La seconda ragione è di carattere finanziario: c'è il rischio che i debiti contratti dalle aziende del settore petrolifero e dagli stati produttori di petrolio diventino meno affidabili, con la conseguenza che le banche diminuiranno i crediti concessi, provocando una recessione nel settore petrolifero e in diversi paesi produttori.

Inoltre c'è il rischio, per chi -come USA e Gran Bretagna- gestisce le immense risorse dei fondi sovrani dei paesi petroliferi, che tali fondi vengano liquidati o che i soldi vengano usati per coprire i buchi di bilancio causati dal calo del petrolio.

Infine c'è il pericolo che qualche paese produttore in difficoltà economica scelga di fare politiche estreme, provocando guerre, aumentando le rivalità e le tensioni tra paesi, il tutto allo scopo di far salire il prezzo del petrolio o di indurre Europa e Stati Uniti a concedere aiuti.

Insomma il petrolio a basso prezzo ci fa piacere alla pompa di benzina e al momento di pagare il riscaldamento, ma per il resto ci dovrebbe preoccupare, come tutti gli squilibri in economia.

Nessun commento:

Posta un commento

Link Interni

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...