20 gennaio 2016

Petrolio in Iran ?

L'Iran è uno dei paesi con le più grandi riserve petrolifere mondiali. Riserve congelate da anni a causa delle sanzioni contro il paese sciita, che però ha trovato da qualche mese un accordo sul nucleare: controlli e limiti all'attività di arricchimento dell'uranio in cambio di minori sanzioni.

Significa forse che il petrolio iraniano affluirà abbondamente sui mercati?

Non proprio secondo Descalzi, amministratore delegato di ENI, che stima in 150 miliardi di dollari la somma che bisognerebbe investire per rendere moderno il sistema di estrazione del petrolio in Iran.

Una somma enorme che in questo momento non conviene investire, perchè il prezzo del petrolio è precipitato a livelli che non si vedevano da anni. Tolti i costi di estrazione, il guadagno è insufficiente a garantire il recupero dell'investimento in tempi ragionevoli.

Potremmo dire che l'Iran rischia di essere vittima del proprio sforzo di rendersi credibile: la fine delle sanzioni fa precipitare il prezzo del petrolio rendendo sconvenienti gli investimenti e l'Iran potrà investire solo i propri fondi, peraltro cospicui, sbloccati con la fine delle sanzioni.

Ma si potrebbe interpretare la situazione anche in altro modo, ipotizzando che la decisione dellArabia Saudita di non diminuire la produzione avesse come fine quello di abbassare il prezzo al punto non solo di mettere fuori gioco il petrolio americano, estratto con costose tecniche di frantumazione delle rocce in cui è intrappolato, ma anche di colpire l'odiato Iran, perchè il basso prezzo del petrolio disincentiva gli investimenti.

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