21 ottobre 2017

Renzi contro Visco

Ho ricevuto diversi messaggi di amici che mi chiedevano un parere a proposito della mozione del PD contro il governatore della Banca d'Italia Visco.

E' evidente che la questione è politica: il governo è stato attaccato ripetutamente sulla vicenda Banca Etruria, forse perch+ ha sottovalutato gli effetti mediatici delle possibili proteste strumentalizzate dal partito di Grillo, e in vista della prossima campagna elettorale Renzi vuol convincere gli elettori che le responsabilità sono altrove.

Detto questo cerchiamo di ragionare sulla vicenda. Banca Etruria e altre banche hanno prestato miliardi di euro a clienti che non li hanno restituiti nei tempi previsti, trovandosi a subire consistenti perdite a causa della necessità di svalutare crediti.

Di fronte all'impossibilità di effettuare aumenti di capitale per ripianare le perdite, governo e Banca d'Italia hanno scelto la strada della liquidazione coatta amministrativa: i crediti "problematici" sono stati ceduti incassando poco più del 30% del loro valore nominale (ovvero della somma che le banche in teoria avrebbero dovuto incassare), le perdite son state coperte con l'azzeramento del valore delle azioni e delle obbligazioni subordinate, secondo le regole europee. Infine le banche sgravate dai crediti problematici son state vendute.

Si poteva fare diversamente?

Forse sì, ma ci sono alcuni problemi.

Il primo problema è nelle regole: le regole europee impongono il sacrificio delle obbligazioni subordinate.

Il secondo sono i soldi. La banca finita in amministrazione avrebbe potuto gestire da sola i crediti problematici? Si, incassando più del 30%, quindi trovando soldi con cui pagare almeno in parte gli obbligazionisti.

Però la gestione dei crediti problematici richiede tempo, probabilmente anni e comporta alla fine delle perdite che qualcuno deve coprire o almeno garantire.

La scelta esplicita di non usare soldi dei contribuenti ha impedito a Banca Etruria di tenersi i crediti o di cederli a chi avesse comprato Banca Etruria: l'acquirente avrebbe chiesto garanzie, come successo nel caso della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, e anche in molti casi di cessione di banche negli USA tra il 2007 e il 2009.


A questo si aggiunge lo scarso interesse per l'acquisto di Banca Etruria e le altre banche. Questo perchè le banche hanno troppi sportelli e quindi chi vuol vendere i suoi deve accontentarsi di incassare pochi soldi e perchè la crisi di Etruria e della altre banche ha spinto moltissimi correntisti a spostare i propri soldi su altre banche.

Ciò ha reso Etruria e le altre banche meno interessanti per eventuali acquirenti: da tempo stavano perdendo clienti e quindi capacità di produrre profitti.

In questo contesto la Banca d'Italia doveva essere molto prudente. Se avesse lanciato un allarme avrebbe favorito la fuga dei capitali dalle banche, rendendole meno interessanti per eventuali acquirenti.

La soluzione decisa due anni fa di liquidare le banche sacrificando le obbligazioni subordinate perchè rischiose e perchè così volevano le regole, s'è trasformata in un problema politico perchè qualcuno ha sottovalutato la questione proprio come successo con Lehman Brothers. S'è preferito una soluzione immediata rispetto a una che avrebbe richiesto anni, s'è scelto di applicare le regole sottovalutando le proteste -cavalcate dall'opposizione. di chi da un giorno all'altro s'è trovato a perdere i risparmi senza (magari) capire il perchè.

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