26 agosto 2018

ILVA

Gara illegittima ma non annullabile perchè l'ILVA non si vende facilmente. Si potrebbe sintetizzare così la conferenza stampa di Luigi Di Maio sul parere chiesto all'avvocatura dello Stato sulla gara per l'assegnazione dell'ILVA (parere per ora non reso pubblico).

Non entro in questioni giuridiche, anche se sarebbe facile sottolineare le contraddizioni del ministro che da studente di giurisprudenza almeno il significato delle parole potrebbe farselo spiegare. La questione economica invece è chiara e tutto sommato semplice.

Il governo precedente ha fatto un bando per vendere l'ILVA e ha vinto una cordata. L'altra cordata di imprese realmente interessata all'acquisto, una volta sconfitta ha acquistato altre acciaierie (le ex Lucchini) e quindi non è più interessata all'ILVA.

Resta un unico potenziale acquirente, che ha un enorme potere: se Di Maio decidesse di annullare la gara, l'unico acquirente potrebbe anche tirarsi indietro o acquistare a condizioni diverse, magari meno gradite dal Governo.

Governo che vorrebbe un impegno dell'acquirente a assumere un maggior numero di lavoratori e teme la piazza, cioè le proteste di chi resterà senza lavoro.

Per annullare una gara e ricominciare da capo servono soldi, perchè l'ILVA è in perdita e finchè non si trova un acquirente è lo Stato a pagare, e soprattutto un altro acquirente. Se non lo trovano, conviene non rischiare e tenersi l'acquirente uscito dalla gara.

Si spiegano così le affermazioni di Di Maio sulla gara che non si può annullare anche se illegittima: in realtà il ministro vuol dire che se non si trova un altro acquirente non c'è molto che lui possa fare, salvo cercare di dare la colpa ad altri. Sperando che chi perderà il posto accetti le sue parole e non protesti troppo.

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