28 novembre 2018

Verso la recessione

Qualche giorno fa Ennio Doris, intervistato da La Stampa, ha spiegato che i suoi clienti (Doris ha fondato Mediolanum dopo aver fatto a lungo il promotore finanziario) e amici veneti votano per la Lega, hanno fiducia in Salvini ma non comprano i titoli di Stato.

Come dire che si fidano del Governo quando parla di alcuni temi (sicurezza, immigrazione) ma non sull'economia, tanto che la vendita dei BTP Italia ha deluso le aspettative e molti portano i risparmi all'estero.

Gli italiani sono prudenti, perchè spaventati dallo spread, che in 6 mesi di governo è salito a livelli mai visti negli ultimi 5 anni, e temono effetti collaterali, come un aumento delle imposte per coprire un deficit che nella maggioranza si vorrebbe più grande e nei mercati più piccolo.

Qualche effetto a dire il vero s'è già visto: chi ha in portafoglio i titoli di stato (e lo stesso vale per chi ha azioni) è virtualmente più povero. Se vendesse oggi titoli acquistati un anno fa, incasserebbe meno di quanto ha speso.

Chi ha investito i risparmi in titoli di stato e vuol comprare qualcosa (ad esempio ha la possibilità di acquistare un'auto con lo sconto) o la necessità di usare i soldi (l'auto s'è rotta), rischia di subire perdite cedendo i titoli, e quindi rinvia l'acquisto o spende meno.

Lo spread in aumento e il timore che uno spread fuori controllo significhi più imposte o tagli futuri, spingono i consumatori a essere più prudenti negli acquisti. Se ne stanno accorgendo i commercianti, che da mesi registrano un lento calo delle vendite.

I partiti di governo che negli scorsi anni hanno ferocemente criticato i provvedimenti di Monti in quanto recessivi, dimenticano che il governo dei tecnici nacque da uno spread altissimo causato da un deficit fuori controllo. Si limitano a ricordare le scelte di Monti dimenticando il contesto.

Non hanno imparato la lezione e continuano a ripetere "i mercati capiranno" oppure "gli italiani ci aiuteranno" anche se i dati smentiscono il loro ottimismo.

Invece gli italiani e i mercati la lezione l'hanno capita. Stanno alla larga dai titoli pubblici e riducono i consumi temendo il futuro, con la conseguenza di neutralizzare la manovra: se l'obiettivo del governo è alimentare la crescita. il realismo degli italiani sta facendo rallentare l'economia al punto che diventa probabile una crescita negativa, vale a dire una recessione.


Nessun commento:

Posta un commento

Link Interni

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...