10 febbraio 2019

TAV, qualche numero

Non è ancora stato pubblicato l'ennesimo studio costi-benefici sulla TAV in Valsusa, ma circolano dati e considerazioni.

Pare che i dati dicano che i TIR che ogni giorno attraversano il Frejus siano poco più di 2. 000, un numero insufficiente a giustificare la nuova linea ferroviaria ovvero a spostare almeno 1,5 milioni di TIR l'anno su rotaia.

Ma se si considerano anche i passaggi a Ventimiglia e al traforo del Monte Bianco i passaggi giornalieri salgono a 12.500. Se metà di questi venisse spostato su rotaia, l'obiettivo sarebbe raggiunto e superato. Entro il 2050, dice la commissione guidata da Marco Ponti che sembra aver anche segnalato che mettere le merci su ferrovia significa congestionare le autostrade attorno a Torino o meglio all'interporto di Orbassano dove avverrà il carico/scarico di merci dalla ferrovia, scoraggiando il ricorso alla ferrovia.

Insomma o non si deve fare perchè le merci sono poche o non si deve fare perchè ci sono colli di bottiglia a limitare la fruibilità dell'opera.

I dati confermano che la TAV non può essere considerata solo un'opera che collega due città (Torino e Lione) e le obiezioni paiono viziate da ragionamenti piuttosto conservatori.

Se infatti consideriamo il numero di TIR che ogni giorno attraversano la frontiera, non c'è dubbio che una nuova linea ferroviaria ha ragion d'essere. Tuttavia si dovranno fare scelte che spingano i trasportatori a usare il treno. Lo si deve fare per uno scopo diverso, un pò come quando si chiude il centro storico alle auto per limitare rumore e inquinamento in zone molto popolate.

Altrimenti non è detto che le merci si spostino su ferrovia. La libertà di scelta non si sposa con la tutela dell'ambiente: si fa ciò che conviene e non si considerano le esternalità, come l'inquinamento. Se si vuole raggiungere un certo obiettivo che rappresenta un bene per tutti, servono incentivi, divieti, motivazioni.

Inoltre occorre anche capire che le merci non partiranno tutte da Torino per arrivare a Lione (e vicerversa), come non tutti i passeggeri dell'alta velocità tra Milano e Roma salgono in una delle due città e scendono nell'altra (a ben vedere la TAV collega Torino con Salerno, ma semplifichiamo). Per cui serviranno diversi interporti, ovvero stazioni dedicate alle merci in cui far salire/scendere le merci dal treno.

Il trasporto è fatto di tanti passaggi, si imboccano tante vie di comunicazione, ci sono operazioni di carico/scarico. Se uno di questi si blocca, ne risente l'efficienza complessiva e si sceglieranno altri modi di trasportare le merci o le persone.

Per questo motivo i critici della commissione guidata da Ponti spiegheranno che l'obiezione di autostrde con più traffico attorno a Torino non ha senso. Per far funzionare una ferrovia non basta quei 2-300 km tra Italia e Francia ma anche altri investimenti capaci di liberare dai TIR le autostrade di tutto il nord ovest.


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