Gli appassionati di calcio forse sanno che quest'anno il calciomercato cioè le compravendite di calciatori, durerà tre mesi, dai primi giorni di giugno fino ai primi di settembre.
E' una scelta in controtendenza, rispetto a quello che s'è visto e detto negli anni scorsi, che nasconde una ragione economica e una tecnica.
Negli anni passati qualche operatore di mercato aveva chiesto di ridurre il periodo in cui sono possibili scambi. Tradizionalmente il "mercato" dei calciatori durava due mesi in estate, luglio e agosto (più qualche giorno di settembre), e uno in inverno, il mese di gennaio.
Chi chiedeva un periodo più breve voleva evitare trattative molto lunghe e, soprattutto, voleva impedire compravendite mentre il campionato era in corso per evitare possibili conflitti di interesse, ovvero giocatori che stanno trattando il passaggio da una squadra a un'altra contro la quale pootrebbero giocare mentre le trattative sono in corso.
Una riduzione per periodo degli scambi di calciatori creava altri problemi, possibili pressioni legate al fatto che se il mercato italiano chiude prima, restano possibili le vendite a squadre straniere mentre non sono possibili gli acquisti nè da squadre italiane nè da squadre straniere.
E' dunque meglio che il mercato chiuda lo stesso giorno dei mercati dei calciatori di altre nazioni. Ma perchè estenderlo anche a giugno?
La ragione è legata al bilancio che per quasi tutte le società calcistiche chiude il 30 giugno. La possibilità di vendere i giocatori a giugno permetterà alle società in difficoltà di raggranellare qualche soldo, utile per sistemare i bilanci e anche di risparmiare sugli ingaggi: se la trattativa si fa e si chiude a giugno, dal 1 luglio o magari anche prima il giocatore è pagato dalla società acquirente e il venditore risparmia un pò di soldi.
E' una ipotesi azzardata, la mia? Mi sa di no: la vendita della Fiorentina a un imprenditore italo-americano e altre trattative (Genoa e Sampdoria) in corso suggeriscono che i conti delle squadre non sono floridi.
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