La fusione tra FCA e Renault fallisce, per colpa soprattutto delle ingerenze del governo francese, azionista con il 15% della casa automobilista transalpina, e il superministro (controlla 3 ministeri) Di Maio ci spiega che i francesi hanno fermato un'operazione di mercato.
L'operazione di mercato, come la definisce il ministro, è una fusione che avrebbe potuto avere un forte impatto sulla realtà industriale delle due aziende, in particolar modo in Francia, con la chiusura di stabilimenti e cambiamenti tra i fornitori, anch'essi potenzialmente soggetti a chiusure di impianti.
E' logico quindi che un governo non veda di buon occhio una fusione che potrebbe provocare licenziamenti e proteste in una nazione sconvolta da mesi dalle proteste dei gilet gialli.
Lo stesso ministro però non liquida come operazione di mercato l'annunciata chiusura dello stabilimento campano di Whirpool, che -se valgono le regole di mercato- ha diritto di rioganizzare le proprie attività come avrebbero fatto FCA e Renault.
La sola differenza, oltre alla nazione in cui sono presenti le fabbriche coinvolte, è che nessuno sta comprando Whirpool. Per il resto siamo di fronte a possibili riorganizzazioni che possono causare perdite di posti di lavoro.
Proprio come nel caso Alitalia che il governo italiano non affronta e non trova soluzione perchè gli eventuali acquirenti della compagnia aerea vorrebbero licenziare migliaia di dipendenti. Scelta che Di Maio non vede di buon occhio proprio come il governo francese non vede di buon occhio il rischio che Renault licenzi gli operai.
Nessun commento:
Posta un commento