La finanziaria 2020 sarà probabilmente la finanziaria delle promesse mancate. O forse delle promesse assenti.
Tutti vorrebbero fare, ridurre le imposte, alzare gli investimenti ma nessuno vuol rinunciare a nulla, e quindi alla fine le risorse disponibili saranno poche, pochissime e si farà poco o nulla.
La ragione di tutto ciò si chiama Matteo Salvini, abilissimo da marzo 2018 in poi a sfruttare ogni occasione per farsi propaganda. Se un politico riesce a trasformare in dramma ogni euro tolto a qualcuno o ogni euro in più di imposte, chi sta al governo sarà restio a cambiare, per non dare argomenti all'opposizione abile a farsi propaganda.
Tra le tante critiche poco sensate ce n'è una che dice che il governo non fa nulla per abbassare il debito, ridurre la spesa e aumentare gli investimenti. L'ho sentita dire da un giornalista che dirige un quotidiano economico. Un'affermazione che va capita e spiegata.
Si può abbassare il debito?
Se per debito intendiamo i 2300 miliardi di debito pubblico la risposta è no, a meno di fare in modo che il deficit pubblico cioè la differenza tra entrate e spese di un anno sia positiva. In quel caso, se -supponiamo- nel 2020 lo stato spende meno di quello che incassa, il surplus servirà a ridurre l'enorme massa di 2300 miliardi di debito.
Altro discorso è parlare di rapporto debito/PIL. In questo caso il rapporto può diminuire se il PIL cresce più velocemente del debito. Cosa possibile ma improbabile visto che ormai da tempo il PIL sta crescendo a ritmi lentissimi, quando cresce.
Per cui attenzione: quando si parla di debito in calo si intende, probabilmente, il rapporto debito/PIL. Altrimenti si sta dicendo qualcosa che non ha molto senso e meriterebbe una spiegazione.
Si può ridurre la spesa e aumentare gli investimenti?
In questo caso dobbiamo chiederci di chi sono gli investimenti. Se sono investimenti pubblici, facendo parte della spesa pubblica, invocare una minor spesa e maggiori investimenti è abbastanza contraddittorio. Per cui servirebbe spiegare quale spesa si vuol tagliare in misura maggiore dell'incremento dell'investimento pubblico che si ritiene indispensabile.
Se si parla di investimenti privati, resta da capire come stimolarli in un'economia ferma. Gli investimenti privati dipendono in gran parte dall'andamento del PIL. Si investe se si pensa di vendere più di prima, ma in una economia ferma questo non succede tanto facilmente. Se gli investimenti privati invece sono stimolati dallo Stato, è evidente che serve una maggiore spesa pubblica o ci si deve accontentare di incassare meno imposte: in ogni caso i conti pubblici peggiorano.
Di sicuro non esiste un modo per ottenere questi obiettivi senza fare scelte dolorose, che, come detto all'inizio, nessuno pare intenzionato a fare per non dare argomenti a Salvini e scontentare i propri elettori.
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