Il procuratore antimafia Cafiero de Raho si chiede "perché l'imposta non si paga sul reddito conservato anziché sul reddito speso. Questo consentirebbe di controllare tutti i pagamenti" e quindi di combattere il crimine.
La risposta è semplice: lo stato incasserebbe poco o nulla.
Oggi un lavoratore dipendente paga una percentuale variabile del proprio reddito (al netto dei contributi previdenziali). Diciamo un 25%: ogni 100 euro dichiarati gliene restano 75 e di solito in media ne spende oltre il 90%.
Se pagasse sul reddito conservato incasserebbe 100, poi spenderebbe.. già quanto spenderebbe? Qualcuno o forse molti spenderebbero 90. L'imponibile sarebbe pari a 10. Quanto è lecito chiedere di quei 10 euro? Supponiamo il 50%. Quindi lo stato incasserebbe solo 5 euro ogni 100 di reddito. Altri forse pochi invece continuerebbero a spendere 65. Il reddito conservato sarebbe pari a 35. La metà finirebbe in imposte, ovvero 17,5. Sempre meno dei 25 che oggi lo stato incassa.
E' vero che tutto sarebbe dichiarato in una ipotetica economia che funzionasse nel modo suggerito dal Procuratore. Ma alla fine solo il risparmio sarebbe sottoposto a imposta. Con l'effetto di far scendere le entrate e di non avere entrate certe. Nulla vieterebbe agli italiani di spendere tutto il reddito. In questo caso il reddito conservato da sottoporre a imposta sarebbero pari a zero. Niente incasso per lo Stato.
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