Alvin Roth, vincitore del Nobel dell'economia nel 2012, esperto di teoria dei giochi, si rende conto che alcuni malati bisognosi di un rene hanno un parente o un amico disposto a donarglielo, ma non è possibile perchè offerto non è compatibile con il donatore.
Pensa quindi a una scambio: se Giovanni offre un rene a Mario e Carlo lo offre a Luca ma non c'è compatibilità, il rene offerto da Giovanni può andare non all'amico Mario ma allo sconosciuto Luca, e il rene di Carlo allo sconosciuto Mario.
Con qualche fatica, il sistema funziona, creando in alcuni casi anche catene complesse, ovvero coinvolgendo più di due coppie donatore/ricevente.
Tutto bene, soprattutto per Roth che anche per aver usato una sua teoria ha vinto il Nobel?
No, perchè un'ottima teoria, con il relativo algoritmo sviluppato per mettere insieme offerte e domande diverse e molto particolari, ha dovuto fare i conti con la riluttanza degli ospedali a rendere disponili i reni offerti da amici e parenti dei propri pazienti.
Se, in altri termini, Giovanni offre un rene a Mario che è paziente di un ospedale di New York ma il potenziale ricevente è a Boston, l'ospedale di New York è restio a comunica a Giovanni che avrebbe potuto donarlo a un paziente di Boston.
La ragione è il trapianto è un affare per l'ospedale che non trova conveniente perdere il potenziale donatore a favore di un altro ospedale senza niente in cambio.
Il rene non si paga ma le cure sì e in un sistema in cui i vari soggetti privati pensano a far soldi, i comportamenti vengono modificati in modo non sempre conveniente per i pazienti.
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