09 settembre 2023

I vantaggi comparati di Ricardo e ... i poveri di oggi - parte prima

Due secoli fa un economista britannico, David Ricardo, ha elaborato un'interessante teoria che si studia ancora oggi. 

Immaginate che le economie di due stati, A e B, siano molto semplici. 

In entrambi gli stati si producono due beni, X e Y. Ogni bene comporta un certo impiego di risorse con relativi costi. 

Se lo stato A è molto efficiente a produrre il bene X e lo stato B a produrre Y, è facile immaginare che lo stato A si specializzerà nella produzione di X e lo venderà allo stato B che si specializzerà nella produzione di Y e venderà Y allo stato A.

Questa teoria si chiama dei vantaggi assoluti. Lo stato A ha un vantaggio assoluto a produrre X e lo stato B a produrre Y. Ad entrambi gli stati non conviene produrre l'altro bene. Il costo di Y prodotto dallo stato A è superiore al costo di Y prodotto dallo stato B e il costo di X prodotto dallo stato B è superiore al costo dello stesso bene prodotto dallo stato B. Quindi conviene a entrambi gli stati comprare all'estero il bene che è sconveniente produrre.

Ma cosa succede se ad esempio lo stato A è più efficiente di B nella produzione di entrambi i beni X e Y? E' il caso in cui uno stato, supponiamo A, è in grado di produrre sia X che Y con costi inferiori al costo di X e Y prodotti dallo stato B.

L'intuizione di David Ricardo dice che lo stato A si specializzerà nella produzione di uno dei due beni, X o Y. Sceglierà o, meglio, sceglieranno le imprese, il bene in cui si impiegano in modo più efficiente le risorse. E quindi continuerà a scambiare il bene scelto con l'altro bene offerto dallo stato B.

L'idea di Ricardo si chiama teoria dei vantaggi comparati e ci dice che a uno stato conviene produrre un bene in modo efficiente e scambiarlo con un altro bene prodotto in modo altrettanto efficiente in un altro stato piuttosto che produrre tutto in patria. 



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