20 maggio 2012

Facebook

C'era una volta il boom di internet. Erano gli anni '90 e quando un'impresa del settore si quotava al Nasdaq le azioni schizzavano alle stelle, anche se l'impresa era nuova, costruita da qualche ragazzo, qualche computer, qualche scrivania, un progetto ricco di speranze e nessun profitto. 


Si scommetteva sul futuro e spesso le scommesse erano irrazionali. Spesso si calcolava il prezzo delle azioni in base alle potenzialità: l'impresa non faceva utili ma si ipotizzava che potesse farli e che ogni cliente (spesso si trattava di utenti registrati a un sito) valesse un certo numero di dollari di utili futuri. I dubbi e le critiche erano messi da parte, seppelliti dall'entusiasmo di un mercato che trasformava in oro ogni idea, arrivando a premiare anche imprese di altri settori purchè infilassero un suffisso .com o .net nel nome, come successo con Basicnet, azienda del settore abbigliamento proprietaria di marchi come KWay e Robe di Kappa.

Poi, nella primavera del 2000, la bolla di internet è scoppiata e tutto è diventato più razionale. Fino all'altro ieri, quando al Nasdaq è stata quotata Facebook. 38 dollari per azione, diventati 42 non appena sono iniziate le quotazioni. 38,23 dollari al momento della chiusura. Un flop, almeno per chi si aspettava il solito rally di borsa, con le azioni che salgono del 10 o del 20% in una sola seduta di borsa.

Facebook ha 900 milioni di utenti, oltre 500 milioni di persone la usano ogni giorno, ma gli utili sono modesti, meno di un centesimo dell'enorme valore di borsa (circa 100 miliardi di dollari). E non mancano i dubbi: Facebook ha alzato il prezzo di collocamento e la percentuale di azioni quotate nelle scorse settimane, mentre General Motors ha deciso di tagliare la pubblicità su Facebook perché non serve a vendere automobili.

Il prezzo di 38 dollari per azione pare dunque esagerato. Include la speranza che Facebook cresca in futuro, ottenendo utili e facendo crescere il servizio con l'offerta di nuovi servizi, ma è anche la conseguenza, forse, della volontà di chi in Facebook ha investito tempo e soldi di ottenere ricchi guadagni.


2 commenti:

  1. A me hanno sempre insegnato: perchè una società dovrebbe quotarsi in borsa? Se fa utili, non li divide con nessuno...
    Un caro saluto a tutti!

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  2. per raccogliere capitali da usare per crescere

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