Ha spiegato che in fin dei conti l'aumento dell'IVA non sarebbe tanto grave perchè in fin dei conti si può non acquistare una nuova cucina o una nuova automobile e quindi, lasciava intendere, se il prezzo di un bene aumenta, si può rinunciarvi.
Ora, a parte che se gli italiani comprano meno cucine o automobili il PIL cala, la crisi peggiora e calano anche
le entrate fiscali, rendendo controproducente l'aumento dell'IVA sia
per i conti pubblici che per l'andamento dell'economia, forse Rizzo non sa che gli italiani non comprano solo oggetti a cui possono rinunciare, se il prezzo aumenta.
Oltre ai beni di prima necessità che pagano un'IVA ridotta, comprano anche un'infinità di altri beni per i quali l'IVA salirebbe al 22%, con effetti probabilmente non proprio positivi sul PIL che, se va bene, nel 2013 diminuirà "solo" del 1,5%. Per questo si cerca di evitare l'aumento dell'IVA: è meglio non far scendere ancora il PIL di un'economia in forte difficoltà.
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