07 luglio 2018

Pensioni, come funzionano - 1

Come funzionano i sistemi pensionistici?

Esistono due sistemi per erogare le pensioni, il sistema a capitalizzazione e quello a ripartizione.

Nel sistema a capitalizzazione il lavoratore o l'impresa per conto del lavoratore versa i contributi a un fondo pensione che investe i capitali ricevuti ed eroga la pensione, il cui ammontare dipende dalla somma dei contributi versati, dal rendimento degli stessi (investiti in azioni, obbligazioni ecc), dall'età di pensionamento vale a dire dal numero di anni in cui il lavoratore riceverà i contributi.

Più si paga, più breve è il periodo di erogazione della pensione (che dipende dall'età del pensionamento e dalla durata media della vita), più alto è il rendimento dei soldi investiti, maggiore sarà l'assegno pensionistico.

Questo sistema pensionistico ha indubbi vantaggi: non grava sulle casse dello Stato, almeno in linea di principio, perché ognuno incassa i soldi che ha versato più gli interessi maturati; stimola il risparmio, rende disponibili grandi capitali per gli investimenti in attività produttive o per l'acquisto di titoli di stato, contribuendo in tal modo al buon funzionamento dell'economia e infine stimola politiche economiche responsabili: uno Stato che stimolasse l'inflazione o spendesse troppi soldi per ascoltare richieste populiste causerebbe una perdita ai futuri pensionati.

Naturalmente ci sono anche dei rischi. L'assegno pensionistico può essere troppo basso perché il pensionato ha versato troppo poco oppure perché il fondo pensione ha subìto perdite, come successo soprattutto con i fondi americani che avevano investito in azioni crollate con la crisi.

In questi casi lo Stato può essere costretto a intervenire a sostegno delle pensioni basse. Interviene in ogni caso per rendere obbligatorio il fondo pensione, ben sapendo che molto spesso il lavoratore da giovane non pensa alla pensione e quindi si può trovare diversi decenni dopo a godere di un assegno pensionistico basso.

Lo Stato -come capiremo meglio nella seconda parte- deve anche pensare alle pensioni di chi non ha versato contributi pensionistici perché non obbligatori, e a chi è stato espulso dal lavoro.

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