18 maggio 2012

L'inflazione di Ernesto Preatoni

Servizio Pubblico giovedì sera ha ospitato Ernesto Preatoni, in passato consulente finanziario, noto per aver creato un gruppo immobiliare che costruisce e vende case a Sharm El Sheikh, ma anche per scalate nel campo bancario.

Si parlava di crisi e Preatoni ha formulato la sua proposta per affrontare la crisi del debito: creare inflazione. L'imprenditore cita uno studio che spiega che nessuno ha mai ripagato i debiti pubblici e che il rapporto debito/PIL è sceso per effetto dell'inflazione.

L'inflazione sarebbe la soluzione. I BTP a tre anni sono stati emessi al tasso fisso del 3,5%. Se l'inflazione salisse al 10% il tasso di interesse reale sarebbe negativo, e di fatto il possessore di BTP pagherebbe una tassa allo stato che li emette, facendo scendere il rapporto debito/PIL: il debito infatti aumenta ma il PIL molto di più per effetto dell'aumento dei prezzi. 

Una soluzione a dire il vero insensata, per diverse ragioni.

Come si fa, anzitutto, a creare inflazione? Lo Stato agiscesolo su alcuni prezzi, dai carburanti ai biglietti dei treni, ma non può certo imporre a chi produce yogurt o biciclette di aumentare i prezzi.

Se anche esistesse un bottone da premere per far salire i prezzi, non c'è dubbio che l'inflazione colpirebbe soprattutto le classi sociali meno ricche, come è sempre successo. Chi ha un reddito basso spende tutti (o quasi) i suoi soldi, e se i prezzi salgono, può comprare di meno. Chi è ricco risparmiaunaquota rilevante del suo reddito e lo può investire in attività, come gli immobili, che non risentono dell'aumento dei prezzi.

Preatoni obietta che i lavoratori potrebbero chiedere aumenti di salari e pensioni, tutelandosi dall'aumento dei prezzi. Ma se ciò accadesse, l'inflazione salirebbe molto più velocemente, perchè se un aumento dei prezzi sollecita un aumento del costo del lavoro che fa salire i prezzi dei beni prodotti.

Nell'Eurozona, ovvero dove si usa l'euro, in nessun paese l'inflazione può aumentare troppo. Se in Italia l'inflazione fosse il 10% contro il 2% della Germania, i prodotti italiani finirebbero presto fuori mercato. L'inflazione sarebbe dunque una tassa a carico delle imprese e dei lavoratori, anche nel caso in cui meccanismi di adeguamento dei salari ai prezzi tutelasse i lavoratori.

Se l'inflazione salisse in un solo paese, inoltre, i capitali fuggirebbero verso economie nelle quali il tasso di inflazione è più basso.

E chi accetterebbe un BTP che rende il 3,5% in un'economia con un'inflazione al 10%?

L'inflazione di solito fa salire i tassi di interesse, che salirebbero ben oltre il 10% annullando i presunti vantaggi delle proposte dell'immobiliarista di Sharm El Sheikh.





1 commento:

  1. Eppure ci sono molte persone e professori universitaria a cui l'idea di aumentare inflazione sembra l'unica con cui risolvere l'attuale crisi.
    L'altra panacea del male crisi sembra essere la creazione di moneta.
    Ma la teoria monetaria a queste persone non ha insegnato proprio nulla?

    Sono d'accordo con tutto tranne che con un punto del Suo articolo :"Come si fa, anzitutto, a creare inflazione? Lo Stato agiscesolo su alcuni prezzi, dai carburanti ai biglietti dei treni, ma non può certo imporre a chi produce yogurt o biciclette di aumentare i prezzi."
    Cmq c'è un altro sistema molto veloce per creare inflazione: si chiama IVA!

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