08 agosto 2012

Con Berlusconi lo spread sarebbe a 1200 ?

Da quando Silvio Berlusconi ha lasciato la presidenza del consiglio del ministri, ai primi di novembre del 2011, i mass media non fanno altro che parlare di spread e ogni tanto si mette a confronto lo spread durante il governo Berlusconi con lo spread durante l'attuale governo di Mario Monti.

E visto che lo spread non accenna a tornare a livelli tranquillizzanti, non manca chi, tra i politici di destra, prova a spiegare che l'Italia si dovrebbe scusare con Berlusconi, cacciato per una colpa non sua, lo spread alle stelle.

Mario Monti ha spiegato che senza il cambio di governo lo spread sarebbe a 1200, osservando, di fronte alle critiche del centro-destra, che il risultato è stato ottenuto chiedendosi cosa sarebber successo se gli speculatori avessero continuato a muoversi contro l'Italia governata da Berlusconi.

La storia non si fa con i se, come sappiamo, ma abbiamo alcune certezze. La prima è che in pochi mesi lo scorso anno lo spread è salito da meno di 200 punti a quasi 600 per effetto della mancata reazione del governo Berlusconi ad un ambiente economico sempre più ostile verso i paesi indebitati.

Di qui il calcolo dello staff di Monti: se lo spread è salito di quasi 400 punti in pochi mesi, e se avesse continuato a salire agli stessi ritmi, oggi sarebbe a 1.200 punti. O forse no, visto che un livello così alto avrebbe certamente provocato qualche repentino e magari drammatico cambiamento politico e economico.

La seconda certezza è che lo spread italiano durante le ultime settimane di vita del governo Berlusconi era circa 100 punti superiore allo spread spagnolo. Oggi invece è di 100 punti circa inferiore allo spread spagnolo. Con il nuovo governo la situazione rispetto alla Spagna è migliorata di circa 200 punti. Senza tale miglioramento lo spread sarebbe almeno 200 punti più alto, a quota 650.


 Possiamo dunque concludere che se avessimo ancora Berlusconi come presidente del consiglio, lo spread sarebbe più alto, probabilmente compreso tra 650 e 1200 punti, contro i 450 circa raggiunti ieri. I calcoli richiedono ipotesi magari restrittive, ma una cosa pare certa: il cambio di governo ha giovato allo spread, se non in termini assoluti almeno in termini relativi, ovvero s'è preso l'ultimo della classe e gli si è fatto guadagnare qualche posizione. I voti restano bassi, ma almeno non è l'ultimo della classe.






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