29 aprile 2013

Bike sharing. Con flop

Tra i tanti modi in cui si sprecano soldi pubblici, ce n'è qualcuno che lascia poche tracce perché avviene con il favore di parte dell'opinione pubblica, convinta di spendere i soldi per realizzare un'idea innovativa.

E' il caso del bike sharing a Genova. Chi conosce Genova sa che tra le grandi città del nord è forse quella col traffico peggiore. C'è il più grande centro storico in Europa fatto di piccole vie che risalgono spesso al medio evo, ci sono zone densamente popolate con un'infinità di edifici costruiti nelle poche zone pianeggianti e c'è una parte non piccola della città costruita sulle colline che dominano la Genova.

Poche strade salite, discese, piste ciclabili inesistenti in un città con vie spesso troppo strette per il traffico automobilistico. Insomma un ambiente poco favorevole per la bicicletta, adatta invece alle città pianeggianti, alle strade larghe e dritte.

Ciò nonostante quattro anni fa si sono spesi 220 mila euro del ministero dell'ambiente per il bike sharing. Nel 2012 le biciclette affittate hanno reso alla società che li gestisce (e gestisce anche i parcheggi) 1147,50 euro. Una miseria, sintomo di un fallimento.

Chissà quanti flop simili esistono in giro per l'Italia, situazioni in cui si segue una moda o un'idea magari interessante e innovativa, che però nessuno studia prima di spendere i soldi, per capire se l'idea avrà un pubblico destinato a usufruire del servizio offerto, vale a dire, per tradurre il tutto in termini economici, per capire se esiste una domanda da soddisfare.



2 commenti:

  1. come policy maker nel mio piccolo ho imparato che prima fai un questionario e poi decidi... Se non ti restituiscono nemmeno il foglio perché c'è penuria per accendere il camino, cambiate obiettivo...

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  2. Secondo ma qui a Zena il bike sharing è fallito non tanto per l'orografia della città (le bici erano elettriche e per le zone collinari c'è un dicreto sistema di funicolari e ascensori.
    Il problema del bike sharing era il cervellotico sistema di abbonamento e i costi effettivamente alti, senza contare che il sistema fu una marchetta alla Società del marito della Sindaco che tagliò fuori le associazioni cittadine. Se lo riproponessero con il sistema che stanno sperimentando nella vicina sestri levante (10€ abbonamento + 1€ l'ora) forse si potrebbe rilanciare.

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