15 aprile 2013

Essere indietro senza saperlo

Dal 1° gennaio 2013 in Danimarca è vietato installare nei nuovi edifici caldaie che usino combustibili fossili come i derivati del petrolio o il metano: devono usare solo sistemi rinnovabili come le pompe di calore o il combustibile prodotto da biomasse.

L'obiettivo, a dire il vero molto ambizioso, è di trasformare entro il 2050 la Danimarca in un paese indipendente dai combustibili fossili, iniziando da subito con gli edifici nuovi. Col passare del tempo anche i nuovi edifici dovranno adattarsi alle nuove regole.

La scelta danese promette di fare un gran bene all'economia. Perché costringendo i danesi a adottare tecnologie differenti, vale a dire creando una domanda, costringerà i produttori danesi a adottare le tecnologie più avanzate in tema di risparmio energetico e fonti rinnovabili.

Quando altri paesi adotteranno gli stessi standard, i loro produttori dovranno recuperare il ritardo tecnologico, pagheranno per usare brevetti altrui, soccomberanno di fronte a prodotti più competitivi.

Insomma, siamo indietro e non lo sappiamo. Non abbiamo coraggio, difendiamo l'esistente e non ci accorgiamo che altri spingono le loro auto a imboccare la corsia di sorpasso.

Attenzione: non stanno comodi dietro una scrivania a discutere di merito, aspettandosi che i migliori prevalgano in un sistema in cui ciascuno fa quel che vuole. No, li obbligano a dare il meglio di sé modificando la domanda e quindi l'offerta.

4 commenti:

  1. questo è uno dei tanti tasselli di un modello di sviluppo "furbo" che senza un "obbligo" non verrebbe adottato (per l'inerzia e la convenienza di chi produce la roba "vecchia" e di chi è abituato a usare la solita roba vecchia).

    "obbligare" con i poliziotti però è costoso e non generalizzabile (nel caso del riscaldamento è facile perchè sono impianti comunque soggetti a verifica). Ecco perchè lo strumento fiscale verrebbe buono (ma non certo quello "diretto").

    Ogni tanto Gian ha degli sprazzi di buon senso, ma se si tenta di portarlo su di un ragionamento organico, i pregiudizi della sua ideologia prevalgono.

    Questo non è contrario alla libera iniziativa privata. E' la Politica (e non i banchieracci) a dover indicare la strada ponendo opportune carote e bastoni. Compito dell'iniziativa privata è la selezione dei migliori capaci di percorrere quella strada (e se poi l'iniziativa privata fallisse grazie a monopli e pastette, dovrebbe di nuovo intervenire la politica, o meglio, la gente, magari per via referendaria)

    asta la vista, senores et senolritas :-)

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    1. io credo che certe cose si facciano se esiste un ampio consenso... i politici sfruttano -specie alcuni- il consenso di chi non vuol cambiare e cerca scuse per non cambiare..

      senza consenso si rimane nell'ambito dei desideri.. questa è la mia obiezione a chi spera troppo nel cambiamento non accettato

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    2. se quelli come noi che perdono tempo a scribacchiare in Internet fossero concordi su di una proposta comune di buon senso e non ossequiosi di questo o quest'altro poteruncolo di cui forse domani potremmo avere bisogno, forse si potrebbe incidere sull'opinione pubblica e costruire l'ampio consenso che dici.

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