10 maggio 2013

Dai bamboccioni ai deputati bamboccioni?

Alessandro Furnari, 36 anni, libero professionista nella comunicazione, frequenta il corso di laurea in scienze della comunicazione. Realizza siti internet ed ha competenze sia di strategie di marketing nel web che di tecnologie di e-commerce.

Questo il curriculum di un deputato grillino di Taranto, che ha rilasciato un'intervista a La Stampa dai risvolti molto interessanti.

L'oggetto del contendere è la diaria, vale a dire i soldi che i deputati ricevano per pagarsi pranzo cena, pernottamento e altre spese durante i soggiorni a Roma.

Beppe Grillo ha spiegato che i deputati cinquestellati dovrebbero rendicontare tutte le spese e restituire i soldi della diaria non spesi. Gran parte dei parlamentari sono di diverso avviso, non vogliono rendicontare le spese forse perchè, come ha spiegato qualcuno, se metti online la ricevuta del pranzo o della cena finisce che qualcuno ti accusa di aver speso un giorno qualche euro in più del giorno prima e ti insulta.

Meglio incassare la diaria e vivere sereni, senza la paura che una fetta di torta in più si trasformi in un insulto dei propri elettori.

Intervistato, Fornari spiega "il regolamento che abbiamo firmato non impone affatto di restituire il denaro non rendicontato", e che prima di chiedere la restituzione dei fondi bisognerebbe valutare le singole situazioni familiari.

Ad esempio, lui, Furnari, deputato, è "nello stato di famiglia dei genitori e con tutta la busta paga che prend[e] rischi[a] di far perdere a loro gli assegni pubblici".

Insomma siamo passati dai bamboccioni di Tommaso Padoa-Schioppa, che forse non si rendeva conto che non è facile per i giovani andare a vivere da soli con pochi soldi e un lavoro precario, ai deputati (bamboccioni) preoccupati di non far perdere gli assegni pubblici ai genitori, colpevoli di avere un figlio in Parlamento.

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