Quando si pensa ai Comuni, si ritiene che essi non possano più di tanto incidere sull'andamento economico cittadino. Questa opinione, ovviamente, è una leggerezza diffusa, tipica di ambienti quali bar sport o grillini (le due cose coincidono di norma).
Ebbene, non è così, ed una testimonianza ci arriva dal caso del Comune di Polistena, in provincia di Reggio Calabria.
Questo comune ha deciso di attuare, in tempi non sospetti, una modifica forte ai criteri di applicazione delle aliquote dell'Imposta Municipale Unica, seguendo criteri da politica economica non indifferenti. Potete trovare la delibera a questo link.
Sulla prima casa, il Consiglio Comunale ha deciso di andare incontro alla propria cittadinanza, optando per l'aliquota più bassa possibile, il cui range andava dal 2 per mille al 6 per mille (il 4 era quello medio "consigliato" dallo Stato), stanti le detrazioni per figli a carico e quella forfettaria di 200€. In sostanza, l'imu sulla prima casa l'han pagato in pochi, perché muovere carta negli uffici contabili per vedere pagamenti inferiori ai 50€?
Ma la parte più interessante e di politica economica locale è quella dedicata alle seconde case:
8,6 per mille, si applica ai fabbricati abitativi locati a canone concertato (legge n.431 del 09-12-1998).
9,6 per mille, si applica ai fabbricati abitativi locati a canone libero e con contratto registrato.
7,6 per mille, si applica ai fabbricati abitativi concessi in comodato ai parenti entro il primo grado, ove essi vi risiedano anagraficamente e di fatto con i propri familiari (molti comuni in precedenza avevano concesso agevolazioni da prima casa, quando non contava ancora la residenza abituale, per i parenti di primo grado o affini, per cui questa disposizione viene incontro a quell'esigenza, data la libertà di movimento degli enti locali).
Segue poi un elenco particolareggiato, che termina con la disposizione dell'aliquota massima, del 10,6 per mille, applicata "a tutte le tipologie di immobili non contemplate precedentemente".
La lezione che ne deriva è che questo comune ha attuato una vera e propria politica economica mediante la leva fiscale. Possono generarsi problemi a livello di controllo, ma che cosa non comporta l'esistenza di controlli, al giorno d'oggi? Inoltre si tratta di sconti sulle aliquote che producono effetti dietro una richiesta di parte, mediante produzione di un documento ufficiale (il contratto di affitto).
Sarebbe interessante, ed i comuni lo potrebbero fare senza bisogno di leggi strane, attuare analoghe politiche economiche per le ristrutturazioni energetiche degli edifici, del tipo: presenti richiesta di ristrutturazione energetica, nei documenti che devi presentare, indicando la classe energetica di partenza, a lavori ultimati alleghi fattura dei lavori e certificato energetico cui l'edificio è arrivato. Ogni tot classi, un per millesimo in meno di aliquota per l'anno successivo.
Se poi il comune fosse così illuminato da convocare tutte le aziende edili di riqualificazione energetica con sede entro i suoi confini e parlasse della cosa in modo che loro stessi siano un veicolo di diffusione di questo incentivo, il comune otterrebbe un aumento dei fatturati delle sue aziende, per cui un aumento possibile delle entrate:
guadagno maggiore delle imprese ---> più assunzioni ---> più trattenute irpef per il bilancio comunale
ma anche
guadagno maggiore delle imprese ---> maggiore capacità di spesa e quindi aumento dei consumi in generale ---> maggiore appetibilità del paese per nuove famiglie e imprese ---> aumento di popolazione e quindi delle trattenute irpef.
Sembrerebbe tutto perfetto, dove sta l'inghippo? Sta nel fatto che il caso di Polistena è un caso isolato! Non c'è un coordinamento a livello di ANCI per sponsorizzare esperienze simili o per insegnare proprio i fondamenti della politica economica (che è una disciplina a sé). I partiti non fanno più scuole di formazione come un tempo, salvo qualche eccezione, e le buone pratiche sono spesso gettate alle ortiche per problemi della vita amministrativa di tutti i giorni, legate magari alla mediocrità di amministratori pubblici che non intendono farsi venire il mal di pancia a litigare coi dipendenti comunali per farli lavorare di più, dovendo seguire 5/6 aliquote differenziate al posto delle 2 classiche: 4 per mille sulle prime case e 10,6 sulle seconde. In sostanza si ripete il problema di sempre: puoi avere le migliori leggi del mondo, ma se hai pessimi politici, non andrai lontano; viceversa puoi avere le peggiori leggi del mondo (prima l'ici no, poi l'imu maggiorata sì, ora di nuovo l'incertezza), ma con i politici giusti puoi ottenere grandi risultati (come a Polistena).
Nessun commento:
Posta un commento