24 luglio 2013

Deliri in salsa grillina

Nel blog di Beppe Grillo un post intitolato Il diavolo veste Merkel spiegava che il debito pubblico dipenderebbe da un eccesso di spesa per interessi, a causa della separazione, nel 1981, tra Banca d'Italia e Tesoro e che dall'eccesso di debito possiamo uscire, con benefici per l'economia, soltanto riducendo il debito.

E questo secondo il blog di Grillo potrebbe avvenire in due modi: con un accordo per ridurre il debito oppure ritornando alla lira.

Questa è una visione che proprio non sta in piedi.

La separazione tra la Banca d'Italia e il Tesoro risale al 1981. Prima la Banca d'Italia aveva l'obbligo di acquistare i titoli di stato non collocati. Lo Stato poteva agire come un cuoco che prepara cibo che non piace a nessuno, ma non se ne preoccupa perchè mal che vada può portare il cibo alla mensa dei poveri, che ringrazieranno per il pasto gratuito.

Detto in termini economici, se tornassimo indietro al 1980 lo Stato potrebbe agire irresponsabilmente. Potrebbe essere insolvente, sicuro che tanto c'è la Banca d'Italia pronta a intervenire.

Tale scenario non è rassicurante. Anzi. Spaventerebbe il mercato, che chiederebbe tassi di interesse superiori per sottoscrivere i titoli di stato, consepevole anche del rischio che il ritorno al passato faccia aumentare il tasso di inflazione.

Un tasso di interesse più elevato non avrebbe alcun effetto positivo, come anche l'ipotesi di ritorno alla lira. L'effetto sarebbe lo stesso: un tasso di interesse più alto richiesto dagli investitori per far fronte al rischio di periodiche svalutazioni.

Se la lira si svalutasse rispetto ad un'altra moneta -argomenta il blog di Grillo- di fatto il debito pubblico diminuirebbe come se si facesse un accordo con i possessori stranieri di titoli di stato italiani.

Ma con quali conseguenze? Gli investitori stranieri hanno in mano circa il 35% del debito italiano, ovvero 700 miliardi. Una svalutazione che portasse a un taglio del 20% lascerebbe un debito comunque enorme e si pagherebbe sotto forma, anche in questo caso, di un aumento dei tassi. Perchè i capitali fuggirebbero, spaventati dalle perdite subite. E non fuggirebbero solo i capitali stranieri, ma anche quelli italiani, perchè in caso di svalutazione vera o possibile chi possiede titoli a rischio ha sempre interesse a venderli e spostare i soldi su titoli più sicuri.

Il ritorno alla lira o una riduzione del debito dunque avrebbero un effetto poco positivo sulla spesa per interessi, aggravando i problemi della finanza pubblica.

Ma perchè la svalutazione del 1992 a opera del governo Amato ha avuto effetti positivi? Non come credi il blog di Grillo a causa di un calo del debito, che non è mai diminuito, ma a causa dell'aumento del PIL, trainato dalla rivoluzione di internet.

E' impressionante come il blog di Grillo, che si ispira alle tesi di Bagnai e altri economisti non proprio eccezionali, dimentichino l'economia reale fatta di imprese, domanda, offerta e altre cose che influenzano il PIL e entrate fiscali.







1 commento:

  1. in questo caso bisogna dare ragione ai tedeschi che, quando sentono parlare di svalutazione e inflazione, pensano a Hitler...

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