23 agosto 2014

Presidenti USA e risultati economici

Se dovessimo scrivere una storia economica degli USA degli ultimi 25 anni, non potremmo non notare che l'economia ha funzionato meglio quando alla Casa Bianca siedeva un presidente democratico.

George Bush padre non venne rieletto per colpa del rallentamento dell'economia nell'ultimo anno di presidenza, con Clinton l'economia americana ha messo il turbo grazie alla rivoluzione informatica, per poi rallentare con Bush figlio e riprendersi con Obama.

Due studiosi di Princeton, Alan Blinder e Mark Watson hanno studiato le performance dell'economia dal 1947 in poi giungendo alla conclusione che, come riporta il Corriere, quando hanno governato i presidenti democratici l'economia è cresciuta a una velocità quasi doppia (4,35% all'anno contro 2,54% e una crescita media del 3,33%) rispetto a quando a Washington c'era un repubblicano. Le cose non cambiano se si considerano i dati dal 1875 in poi: l'economia è crescsiuta del 5,15% con i presidenti democratici, del 3,91% con i repubblicani.

Gli studiosi hanno analizzato 256 trimestri, 144 con un presidente repubblicano e 112 con un presidente democratico. Nei 49 trimestri con il segno meno cioè che hanno fatto segnare un calo del PIL (recessione) solo 8 hanno visto un presidente democratico contro i 41 con un presidente repubblicano.

Come spiegare questa differenza di risultati tra democratici e repubblicani?

Secondo i due studiosi con i presidenti democratici si sono registrati maggiori investimenti e maggiore spesa in beni durevoli (case, auto, lavatrici,ecc) mentre le differenze significative rispetto alle presidenze repubblicane hanno riguardato gli shock petroliferi, meno forti con i democratici,  la produttività, salita di più con i democratici e la fiducia dei consumatori, anch'essa maggiore quando a Washington c'è un presidente democratico.

Democratici più fortunati dei repubblicani? Forse. O forse no, visto che shock petroliferi, fiducia e produttività possono essere l'effetto di scelte politiche, che influenzano la fiducia del consumatore spingendolo a spendere di più (o di meno), i comportamenti dei lavoratori e delle imprese (e quindi la produttività) e, tramite la politica estera, i comportamenti di altri paesi, da cui può dipendere il costo delle materie prime.

Nessun commento:

Posta un commento

Link Interni

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...