27 aprile 2015

Le strane ricette di Ricolfi

Luca Ricolfi è un professore dell'università di Torino. Sociologo, insegna le metodologie d'indagine, ma spesso scrive articoli in cui propone la sua ricetta. L'ha fatto spesso sulle colonne del quotidiano La Stampa parlando di politica.

Un suo libro sulla sinistra antipatica ha spinto molti politici di destra a considerarlo un intellettuale di sinistra da citare proprio per criticare gli avversari politici (la destra) e giustificare le proprie idee.

Ultimamente s'è dato all'economia, riportando le tesi della Fondazione David Hume, una fondazione (che pare non avere un sito) che si propone come indipendente e concentra un pò di cervelli...di destra.

Oltre a Ricolfi, l'altro presidente è infatti Piero Ostellino, noto liberista, che considera sinistra e stato come nemici.

Sul Sole 24 ore Ricoldi rimprovera alla sinistra di schierarsi "per le politiche di espansione monetaria, come il Quantitative Easing di Draghi" che aumenterebbe le differenze in quanto "i tassi di interesse bassi inflazionano il valore degli asset (titoli e immobili), favoriscono la speculazione, e per questa via, premiano innanzitutto i livelli alti della gerarchia sociale", come sostiene "Pascal Salin, in uno dei libri più interessanti sulla lunga crisi di questi anni (“Tornare al capitalismo per evitare le crisi”, Rubbettino 2011)".

Chi è Salin? Un professore emerito con idee molto liberiste, sostenitore delle vecchie e poco interessanti idee della scuola austriaca. Per gli economisti della scuola austriaca l'inflazione era un male assoluto (avevano vissuto sulla loro pelle l'alta inflazione tra le due guerre mondiali) e i prezzi, quindi anche quel particolare prezzo che è il tasso di interesse, devono essere lasciati liberi di fluttuale. Inoltre la politica monetaria deve funzionare come una medicina da prendersi in piccole dosi sempre uguali per garantire la fiducia dei soggetti economici.

Di qui la contrarietà al quantitative easing. Una contrarietà ideologica, perchè i fatti dicono che il quantitative easing negli USA ha prodotto effetti positivi. Come è ideologico tutto il pensiero di Salin.

Ricolfi non può sostenere una tesi così azzardata e allora cosa fa? Spiega che secondo Salin i tassi bassi farebbero salire i valori degli asset, aumentano la disuglianza, e quindi a suo dire sbaglierebbero i progressisti che sostengono il quantitative easing.

Facciamo qualche considerazione finale.

Mi pare molto ingenuo credere che i progressisti possano ascoltare Ricolfi. Perchè Salin ha idee tutt'altro che progressiste e perchè non è affatto interessato al tema delle disuglianze. Segnalando che "i tassi di interesse bassi inflazionano il valore degli asset" e sempre che questo si verifichi davvero, Salin vuole lanciare un allarme: per lui i tassi troppo bassi distorcono il mercato e le distorsioni sono causa di difficoltà economiche peggiori di quelle che si vorrebbero risolvere.

Se poi l'analisi di Salin fosse condivisibile, tassi di interesse più elevati impoverirebbero i ricchi che possiedono immobili e azioni, riducendo le disuguaglianze in termini di ricchezza, ma costringerebbero uno stato con un debito pubblico elevato a imporre sacrifici che ricadrebbero soprattutto sui più poveri, per controbilanciare la maggior spesa per interessi.

Che progressista è quello che per non far salire la ricchezza di pochi impone sacrifici a molti, di solito i più poveri?

Insomma Ricolfi pare non sapere bene quali tesi propone. O forse lo sa bene e prova a far passare per neutrali e credibili le visioni ideologiche che condivide?

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