14 aprile 2015

Sparare cifre a caso

Come sempre, dopo la presentazione il 10 aprile del DEF, il documento di economia e finanza che spiega come andranno i conti pubblici in futuro, non mancano le critiche.

Unimpresa, associazione di piccole e medie imprese nata nel 2003, lamenta una "stangata da 100 miliardi in 5 anni".

Il presidente dell'associazione lamenta una presa in giro del governo, figlio di un "giro di vite" su Irpef, Ires e Iva per quasi 80 miliardi e inoltre un aumento della spesa della pubblica amministrazione di "quasi 38 miliardi" in 5 anni.

C'è da preoccuparsi?  Nel sito di Unimpresa è presente la seguente tabella, che concentra i dati del DEF:


C'è un aumento della spesa?Partiamo dal fondo, vale a dire dal dato del PIL. Il governo prevede dal 2016 e il 2019 una crescita tra l'1,3% e l'1,5%.

Prendiamo il dato del PIL per esempio del 2016 (1.687.708) aggiungiamo un 1,5% di crescita prevista nel 2017 e otteniamo una somma (1.713.023) inferiore al PIL 2017. La differenza è l'inflazione prevista, pari a circa un 1,5%.

Se in quattro anni si considera l'inflazione, non c'è allora da stupirsi dell'aumento della spesa (4,5%) dal 2015 al 2019), che al massimo -secondo le previsioni- aumenterà tanto quanto l'inflazione. In termini reali la spesa non aumenterà.

C'è una stangata sulle imposte?

Le entrate aumenteranno, secondo le previsioni del governo, ma senza aumenti sostanziali della pressione fiscale. L'aumento previsto delle entrate di 100 miliardi si deve perciò alla crescita del PIL e non ad un aumento della pressione fiscale, sostanzialmente stabile.

Allo stato attuale degli accordi con l'UE il governo deve prevedere il pareggio di bilancio. Si spiega in questo modo la differenza tra la crescita delle entrate previste (+100 miliardi) e la crescita della spesa (+38 miliardi).

Se le previsioni si riveleranno azzeccate, nel 2019 ci sarà pure un surplus di una decina di miliardi.

In conclusione il servizio studi di Unimpresa nel commentare il DEF crea un allarme esagerato, smentito dai dati offerti dallo stesso servizio studi.

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