17 luglio 2015

Il futuro del debito greco

Cosa sarà del debito greco dopo lo scontro tra il governo Tsipras e l'Europa che ha portato alla rapida approvazione di una serie di leggi richieste dall'Europa in cambio di decine di miliardi di aiuti?

La prima cosa da osservare è che questi aiuti causeranno, probabilmente, una nuova recessione, che si aggiunge alla recessione provocata dal fallimentare tentativo di forzare le trattative attraverso il referendum del 5 luglio.

La Grecia quindi chiuderà il 2015 e forse anche il 2016 con un PIL in calo. Unito a possibili deficit, perchè recessione vuol dire alto rischio di incassare meno imposte, ciò significa un rapporto debito/PIL destinato a crescere.

Poi c'è un altro aspetto che mi pare sia stato sottovalutato nei commenti di questi giorni: le banche greche sono in una situazione drammatica. Senza l'intervento della BCE molte sarebbero fallite.

I greci infatti hanno prelevato quanto possibile, hanno trasferito i soldi altrove, hanno fatto la coda anche per poche decine di euro da intascare usando il bancomat. Una parte dei soldi stanziati dall'Europa finirà proprio alle banche greche.

Non è la prima volta che si aiutano direttamente le banche, solo che nelle altre occasioni sono stati i governi a ricapitalizzare le banche, impedendo che fallissero con gravi danni per l'economia.

Il governo greco ha però meno soldi delle banche in difficoltà e così i soldi per i salvataggi bancari arrivano dall'Europa.

Il debito della Grecia è perciò assai elevato, tanto da suggerire a molti la necessità che l'Europa conceda una forte riduzione del debito pubblico.

Lo scopo ultimo infatti è far tornare la Grecia a emettere titoli di stato affidandosi ai mercati finanziari. Solo allora la Grecia sarà tornata quella di prima: deve arrivare a emettere titoli pagando interessi sostenibili.

Ciò significa che il tasso medio pagato sugli interessi del debito non deve discostarsi troppo da quello pagato dai paesi dell'area euro, altrimenti la spesa per interessi è troppo elevata.

La Grecia pagherà un tasso superiore a quello del Portogallo, per esempio. E questo richiede un taglio del debito, se no tassi elevati e debito elevato rischiano di rendere impossibile per decenni il ritorno sui mercati.

Inoltre è indispensabile che l'economia Grecia cresca. La crescita del PIL è l'unica vera arma a disposizione per ricreare la fiducia sparita dopo la scoperta dei conti falsificati e per permettere alla Grecia di allentare la presa dei creditori.

I soldi, circa 80 miliardi, che l'Europa darà alla Grecia servono a coprire le necessità delle banche e a rinnovare i debiti in scadenza nei prossimi 3 anni. Poi altri titoli scadranno e a quel punto inizieranno altre trattative, serviranno altri soldi per rinnovare altri titoli in scadenza.

Se nel frattempo il PIL greco sarà salito e se i greci avranno mantenuto gli impegni -cosa spesso non successa negli ultimi 5 anni- per i greci sarà più facile ottenere nuovi prestiti. Ancora più facile se ci sarà un taglio del debito; questione che si può e magari si deve discutere con calma nei prossimi 2-3 anni.

14 commenti:

  1. Non vorrei esagerare coi mie interventi, ma la situazione stimola.
    Quello che scrivi è giustissimo, però credo che greci e tedeschi dovrebbero
    fare un *salto*, volare un poi' più alti.

    - I greci dovrebbero ammettere d'aver fatto i furbi e dichiarare d'essere disposti a lavorare molto e per pochi soldi per ripagare, almeno in parte, il mal tolto.

    -I tedeschi dovrebbero ammettere che i greci hanno approfittato di regole stupide, volute da tutti. Visto che anche loro sono stati stupidi (per non dire di peggio) dovrebbero ammettere che il fallimento della Grecia è anche colpa loro, che si tratta di un vero fallimento e che come in un fallimento privato i creditori perdono i loro soldi, cosi' e' logico succeda con la Grecia

    Quindi cancellazione di una parte del debito, e soldi, non gratis, ma con corrispettivo: forse qualche bene demaniale, ma sopratutto contro lavoro
    a buon prezzo.

    Ma lavoro per fare cosa? Qui il discorso si fa lungo, ma per cominciare potrebbero *vendere vacanze* ai tedeschi (o a chi le vuole) per i prossimi dieci-vent'anni,

    Gli stati acquirenti anticiperebbero i soldi al governo greco e rivenderebbero man mano le ferie ai privati. Invece stato greco pagherebbe man mano gli albergatori intascando una giusta differenza.

    Se poi a fronte di un cinque stelle venisse fornito una roba con qualche stella di meno, credo che non sarenbbe un problema per l'Europa di porvi rimedio.

    Se poi gli albergatori greci avessero da lamentarsi del costo dei politici e
    della loro politica, dovranno provvedere col voto.

    Se poi si cominciasse a capire che una moneta unica implica un governo
    federale, beh, sarebbe tanto di guadagato.

    (sempre a disposizione se interessa l'elenco delle robe che i greci potrebbero fare per far crescere il loro Pil).

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  2. gli intereventi non sono mai troppi

    difficile che entrambi ammettano gli errori, specie se questa ammissione ha importanti conseguenze. i greci impegnati a lavorare per pochi soldi? se mai pensassero che quella è la soluzione, non avrebbero votato tsipras e comunque lavorare per stipendi meno ricchi non è la soluzione, ma solo un modo per aggravare una crisi in buona parte dovuta al calo della domanda, scatenata peraltro da altri fatti
    i tedeschi dovrebbero spiegarsi che la merkel e schauble capiscono poco di quel che fanno e hanno sbagliato a votarli

    ti pare possibile?

    io penso che la strada dovrebbe essere un allentamento dei vincoli europei. l'italia può tranquillamente fare il 3% di deficit rispetto al PIL purchè usi quei soldi per rilanciare la domanda e trasformare la propria economia

    il significato dei calcoli su debito e PIL in grecia di qualche giorno fa era proprio quello di arrivare lì: se avessero imposto alla grecia una serie di riforme in cambio di deficit comunque + elevati ma in calo progressivo, il PIL sarebbe oggi + alto, ci sarebbe un'economia + forte e il rapporto debito/PIL sarebbe migliore o al massimo lo stesso. ma se anche fosse lo stesso, però con un PIL + elevato, tutto questo sarebbe preferibile alla situazione attuale

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    1. C'è un errore di fondo che si fa quando si parla delle "riforme" nella zona Euro:
      Se non ci si pone le domande giuste tutte le risposte non possono che essere sbagliate!

      Quale è il problema della Grecia, cosi come dell' Italia?
      Il debito.
      E la causa del debito ?
      Politici corrotti, mal governo ecc...
      Quale è la "cura" imposta al paziente ?
      Tasse, tagli, austerità.
      Ma in questi paesi le tasse sono davvero cosi' basse? Ha una qualche incidenza sulle cause?
      Ovviamente no, o minime (meno soldi circolano = meno corruzione)
      A mio parere la domanda giusta è: perche la Troika affianco alla austerità non impone di intervenire ad esempio su cancellazione province, accorpamento comuni fino 5000 abitanti, prescrizione (solite cose trite e ritrite da decenni)?

      Per un motivo molto semplice: l'ultima cosa che vogliono è un competitor credibile ed afidabile all interno del loro pollaio. Germanie & C. non hanno alcun interesse nel liberarci dalla zavorra che ci impedisce di disturbare i loro surplus commerciali. Non vogliono crescita e prosperità per noi, ma solo che rimaniamo dei buoni pagatori dei nostri debiti.

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    2. vabbè, ma allora non è *Europa*
      meglio chiudere la baracca

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    3. non è un caso che la parte d'italia con l'economia migliore sia quella vicina al resto d'europa, lombardia e veneto in testa e la parte + debole sia quella lontana dall'europa cioè dai mercati di sbocco dei prodotti.

      da questo punto di vista la grecia è lontanissima dall'europa. se anche avessero un ottimo prodotto, prima che raggiunga i mercati ricchi della francia, della GB, della Germania ecc devono fare migliaia di km e questo li penalizzerebbe

      per questo servirebbe o costi inferiori oppure un mercato protetto

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    4. Giusto gian.

      Io però ho notato nella mia ormai troppo lunga vita che ci si accapiglia troppo attorno allo stesso osso.

      Questa è la legge del mercato, della concorrenza: legge che da giovane prediligevo. A quei tempi (era appena finita la guerra) i beni
      scarseggiavano, noi rubammo le produzioni tecnologicamente povere al mondo occidentale, ma fu un beneficio per gli uni e gli altri.

      Però tutto ha dei limiti, quando la Finanza imperava in Inghilterra molti dicevano *mettiamoci in finanza pure noi* ... chiaramente un assurdo.

      Credo quindi che la Grecia dovrebbe mettersi a fare robe non troppo soggette alla concorrenza internazionale (e lo stesso dovremmo fare noi a causa del mercato che ci è stato *rubato* dai paesi
      emergenti)I.

      La questione mi pare sia: esistono queste *robe*?

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    5. Bella domanda. Io credo però che questo sarebbe un passo indietro, fare oggetti di scarso valore ti porta a incassare stipendi di scarso valore e quindi non è mai una buona soluzione. E poi c'è da dire che la domanda interna è sempre quella più forte e quindi avere un'economia orientata alle esportazioni non è sempre un bene, inoltre spesso le esportazioni sono per così dire un sottoprodotto della domanda interna che quindi assume un ruolo molto più importante

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    6. Concordo con quanto dici sull'esportazione

      Sulla domanda non intendo necessariamente oggetti di scarso valore, faccio l'esempio di Modena dopo la guerra.

      Cominciò Vignola a risollevarsi col commercio della frutta (oggi scomparso). Poi Sassuolo con le ceramiche. Poi Carpi con la maglieria. Intanto l'agricoltura sprofondava e la *bassa modenese* pure. Poi la meccanica un po' dappertutto. Infine il polo medicale di Mirandola .... ciò per dire che col senno di poi è facile vedere che cosa conveniva fare. Il problema è capire come orientarsi quando il mondo cambia.

      Personalmente vivevo bene con la *mia* informatica, poi sono arrivati il databaserelazionale e Windows ... e mi sono messo in pensione, ma una nazione non può andare in pensione.

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  3. Vero che nessuno ammette mai propri errori.
    Ecco perchè le cose vanno così come vanno.
    Lavorare per pochi soldi (a parte il fatto che sarebbe una riparazione *dovuta*) è meglio che non lavorare affatto.
    Se poi lavori per pochi soldi, la domanda potrebbe crescere: vero che che oggi c'è chi lavora per niente, ma non può vendere residenze in Grecia.
    Poi c'è un sacco di roba che si potrebbe fare senza essere sottoposti alla concorrenza degli ultimi del mondo.

    Mi ricordo benissimo gli anni 50 e 60: gli italiani lavoravano molto e per pochi soldi oggi e molti campano ancora con quello che si è fatto in quegli anni.

    Comunque sono daccordo con te, insisto però nel dire che se si cominciasse a dire *tutta* la verità, cominciando dalle proprie colpe, tutto sarebbe molto più facile.

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    1. penso che i tedeschi siano convinti di quel che hanno fatto, se no sarebbero tornati sui loro passi da un pezzo..

      lavorare per poco va bene se esporti. altrimenti si abbassano stipendi e salari e al tempo stesso i prezzi... risultato? non credo proprio che il risultato finale sia un aumento della domanda visto che diminuiscono i soldi nelle tasche dei cittadini

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    2. dopo aver conosciuto gli austriaci, allora devo dire che non basta parlare tedesco per avere un po' di sale in zucca (riferito ad un orizzonte temporale a medio termine).

      lavorare per poco va bene anche se non esporti purchè si lavori di più (più che compensando): il problema è lavorare per qualcosa di utile, non scavare una buca oggi e riempirla domani.

      Questa storia dell'*esportare* mi indigna: esportare in prima approssimazione impoverisce. Solo se in cambio ottieni qualcosa che non saresti in grado di fare tu stesso allo stesso costo la cosa risulta conveniente.

      Se hai un orto incolto e un figlio che si gratta i marroni ti conviene lavorare per il vicino in cambio di pomodori e cetrioli?

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    3. infatti la "scuola austriaca" è concentrato di sciocchezze ripetute da fine ottocento, senza alcuna considerazione per gli sviluppi successivi dell'economia

      se io producono + miele di quel che mangio, il resto lo vendo.. se al posto del produttore di miele metti uno stato, puoi dire: il resto lo esporto.

      se lavori per il vicino, lui lavorerà di meno o non lavorerà suo figlio. La grecia produce e lavora poco anche perchè importa molto da altri paesi

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    4. non mi riferivo alla scuola austriaca e alle sue cazzate, ma ad austriaci di mia conoscenza

      se la grecia lavora e produce poco vedrai che presto smette d'importare

      se poi l'Europa consente ad un suo membro un tal comportamento, vedrai che pure essa presto chiuderà i battenti.

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    5. Le economie piccole sono sfavorite perché difficilmente generano grandi imprese e le imprese piccole sono meno competitive. La Grecia è sfavorita dalla lomtananza dai mercati europei più ricchi. Geograficamente la Grecia è fuori dall'Europa. Bisognerebbe chiudere x qualche anno la Grecia con dazi all'importazione x far riprendere l'industria ma sarebbe come dire andate fuori dall'Europa e poi favorirebbe l'illegalità che è già elevata

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