07 settembre 2015

80 euro che fanno impazzire gli economisti

Il bonus degli 80 euro introdotti un anno fa è servito o si è trattato di un regalo inutile?

Se lo chiedono molti economisti, che hanno dato risposte contrastanti e...assurde.

Prendiamo per esempio questo articolo de Linkiesta http://www.linkiesta.it/bonus-80-euro-non-efficace. Di fronte al sondaggio secondo cui i soldi sono stati spesi, Marcello Esposito fa due osservazioni degne di attenzione.

La prima è contenuta nella premessa e dice che  "nella sostanza il problema è.. [che] e l’aumento della spesa pubblica non ha alcuna finalità produttiva ed è finanziato in deficit (come nel caso degli 80 euro) il complesso dei contribuenti si pone il problema della sua sostenibilità nel tempo. E, quindi, in aggregato la maggiore spesa pubblica viene compensata da un maggiore risparmio privato in previsione di maggiori tasse o tagli ai servizi in futuro".

Si dà dunque per scontato (senza dimostrarlo) che ci sia un aumento della spesa pubblica finanziato in deficit e che non abbia finalità produttive ovvero che chi riceve i soldi non li spende in modo da alimentare la produzione delle imprese.

Due ipotesi discutibili, ma a noi interessa la terza considerazione: "il complesso dei contribuenti si pone il problema della sua sostenibilità nel tempo" ovvero si immagina che chi riceve gli 80 euro pensi: in futuro mi aumenteranno le imposte e quindi è meglio che non li spenda, se no oggi mi godo gli 80 euro e quando aumenteranno le imposte devo tirare la cinghia.

Che i cittadini ragionino così è tutto da dimostrare. Agli economisti conservatori piace crederlo, perchè è un formidabile argomento contro qualunque intervento dello Stato: se si reagisce a un fatto odierno rendendolo inutile, meglio non fare nulla. Altri economisti, per esempio i Nobel Akerlof e Shiller la pensano diversamente (in Spiriti Animali, Rizzoli, 2009), osservando che anche persone con una buona cultura economica difficilmente prevedono cosa succederà in futuro adeguando di conseguenza le scelte attuali.

Ma ammettendo che la tesi sia vera, risulta incompatibile con la seconda osservazione: "Sulla attendibilità delle risposte fornite dagli intervistati è lecito esprimere qualche dubbio. Il fatto che dalle stime statistiche risulti che i più poveri abbiano usato gli 80 euro per aumentare le uscite di 130 euro la dice lunga o sulla comprensione della domanda o sulla literacy matematica del rispondente o sulla serietà dell’intervistatore".

Secondo l'autore dunque chi, ricevuti gli 80 euro, è stato intervistato sul loro impiego, non sa bene di cosa parla. Forse ha poca cultura economia. Però al tempo stesso prevede cosa succederà in futuro e modifica il proprio comportamento al fine, per così dire, di minimizzare i danni.

La mia sensazione è che siamo di fronte a una situazione molto particolare: economisti con pregiudizi enormi che si trovano in difficoltà di fronte a un governo che ha il coraggio di innovare senza stare a sentire obiezioni che paiono come veti di una elite di (presunti) esperti.

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