07 settembre 2015

Una domanda sui profughi

Una delle argomentazioni più antipatiche usate di alcuni partiti italiani che cercano di
strumentalizzare la paura dello straniero per ottenere voti, è che i rifugiati in Italia sono un affare per chi li gestisce. Affare che spingerebbe il governo a far poco per ostacolare gli sbarchi o addirittura a favorirli: se qualcuno guadagna, lasciano intendere, poi restituisce il favore al governo, portando voti o soldi per le campagne elettorali.

L'odio, la xenofobia, la paura dello straniero sembra non appartengano ai tedeschi che hanno accolto i siriani nelle stazioni ferroviarie di diverse città tedesche applaudendo, mostrando solidarietà, spiegando che adesso possono vivere tranquilli, portando vestiti e cibo.

Saranno contenti perchè anche per loro, cittadini normali di una Germania che ha vissuto una guerra terribile, finita 70 anni fa ma durata fino al 1989 con la separazione tra Est e Ovest, oppure ci sono di mezzo i valori?

Io penso sia vera la seconda. Se i tedeschi si possono permettere di ospitare centinaia di migliaia di rifugiati non è solo perchè vivono in un paese ricco. Hanno le strutture per ospitarli e non sono ricoveri di fortuna allestiti in tutta fretta. Da anni hanno scelto di spendere soldi per l'accoglienza, pensando che quelle persone hanno diritti fondamentali che devono essere tutelati offrendo loro un servizio di buona qualità.

Chi invece gestisce i problemi con criteri di emergenza più facilmente si espone al rischio che il gestore dell'emergenza fornisca un pessimo servizio per far soldi. Nell'emergenza i controlli scarseggiano, non si fanno i conti per stabilire se i soldi sono spesi a favore dei beneficiari del servizio o finiscono nelle tasche di chi offre il servizio.

I valori (solidarietà contro xenofobia, per esempio) spingono i governi a scegliere come comportarsi di fronte al dramma dei rifugiati. La spesa è una conseguenza di queste scelte: chi fa leva sull'odio non vuole servizi di qualità per i rifugiati perchè pensa che un cattivo servizio spinga i rifugiati a andarsene, che un servizio di qualità attragga gli stranieri, che sia difficile giustificare la spesa presso i propri elettori. Richiede in altri termini un cattivo servizio e magari non gli dispiace se chi lo gestisce è poco onesto.

Chi invece vuole offrire un buon servizio ai rifugiati perchè pensa di dover essere solidale e di dover riconoscere ai rifugiati diritti irrinunciabili, facilmente spenderà i soldi pubblici per creare un servizio destinato a durare nel tempo. Inoltre controllerà la qualità e il costo del servizio, cercando di evitare che qualcuno se ne approfitti, facendo sprecare risorse allo Stato e sottraendo risorse ai beneficiari.


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