13 settembre 2015

Abolizione TASI

Da quando il governo ha annunciato l'abolizione della TASI, la tassa sugli immobili, non sono mancate le polemiche, spesso fuori luogo.

La TASI è di fatto una tassa sul patrimonio perchè calcolata in percentuale del valore di un'immobile. Non ha senso quindi dire, come hanno fatto molti commentatori, che dovrebbe essere pagata da chi ha un reddito elevato, perchè non è calcolata sul reddito.

La TASI dipende invece dal valore degli immobili, che, tuttavia, risente del fatto che molti comuni non hanno mai aggiornato il catasto. Così ci sono immobili nel centro delle città accatastati 70 anni fa hanno un valore (e un reddito) catastale inferiore a quello di immobili accatastati negli ultimi 2-3 decenni.

Per garantire una tassa equa, comunque si voglia interpretare l'equità, serve una base imponibile equa, vale a dire un un catasto aggiornato, con valori catastali almeno proporzionati se non uguali ai veri valori di mercato. Detto in modo semplice: se un'immobile vale sul mercato immobiliare 100 mila euro e un altro 200 mila euro, i valori del catasto devono essere quelli o, se diversi dal valore reale, almeno devono mantenere la stessa proporzione cioè l'immobile più pregiato deve valere il doppio dell'altro.

Ora, molti governi hanno annunciato la riforma del catasto. Anche il governo Renzi, che però s'è bloccato di fronte alla prospettiva di valori catastali che, se aggiornati, aumenterebbero anche di 5-6 volte.

Chi ha un'immobile che oggi vale per il catasto 50 mila euro ma in reatà ne vale 300 mila, si troverebbe a pagare una TASI (e pure la TARI, la tassa sui rifiuti) molto più elevata.

Anche per questo motivo, a mio parere, il governo ha deciso di abolire la TASI che è iniqua a partire dalla base imponibile.

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