06 aprile 2010

Il buco nero dell'Aquila + aggiornamento

Un anno fa il terremoto de L'Aquila. Oltre 300 morti e danni rilevanti.

Molti soldi sono stati spesi per dare un tetto provvisorio a migliaia di persone: 580.000 euro spesi al giorno per mantenere gli sfollati in albergo, quasi 3.000 euro al metro quadro per costruire nuove case nelle zone terremotate. 800 milioni per costruire case provvisorie. Migliori dei prefabbricati che hanno accompagnato per anni la vita dei terremotati, dall'Irpinia all'Umbria, ma per tanti aspetti diverse dalle case vere.

La ricostruzione delle case originali, volute e amate dagli aquilani, invece va a rilento. Un anno quasi perso in attesa di perizie, leggi, regolamenti, direttive. Molte case si potrebbero aggiustare con pochi soldi, ma spesso i condomini preferiscono aspettare, in attesa di saperne di più sugli aiuti dello Stato.

Il buco nero della burocrazia sembra aver fagogitato gli aquilani, che sanno tutto delle regole: da quelle che vietano di frequentare la zona rossa, ai regolamenti che devono stabilire come si provvederà a sistemare le case lesionate, ai regolamenti che classificano le case in base al tipo di lesione subita. Il nostro condomino è di tipo E, spiegano alle tv, sciorinando una serie di questioni che fanno assomigliare un pensionato delle poste a un ingegnere edile.

E mentre il neo-presidente della provincia lascia intendere che i tempi saranno lunghi (Bertolaso parla di 8 anni), dando la colpa ai comuni (come ha spiegato domenica sera a Reality su La7), la Regione blocca le pratiche per i rimborsi. Si può intervenire solo su poche decine di case. Un anno dal terremoto e gli edifici lesionati rischiano di peggiorare.

In molti paiono capire solo oggi, a un anno di distanza, che la ricostruzione sarà molto lunga: il governo cerca di rinviare la ricostruzione perchè i soldi scarseggiano. Così ha messo in piedi una cortina fumogena fatta di burocrazia, rimpalli di responsabilità, progetti che richiedono mesi se non anni e regolamenti attesi e rinviati.

Finora il gioco ha funzionato, complice una diffusa disattenzione per l'interesse generale: importa molto di più capire come è classificata la propria casa e sperare che i soldi arrivino in tempi brevi, dando la colpa, se questo non succede, a qualche burocrate incapace di emanare un regolamento nei tempi promessi, che chiedersi se davvero il governo è in grado di rispettare gli impegni presi.

Un esempio di come funziona gran parte d'Italia. Si sa tutto del proprio ombelico. Nulla di ciò che ci circonda, se ci riguarda poco.

AGGIORNAMENTO

Avevo segnalato (vedi qui) la modesta entità degli incentivi all'economia per il 2010.
Lavoce.info segnala che dei 420 milioni di spesa prevista, 150 sono sottratti ad altre spese previste. Gli incentivi veri del governo, alcuni dei quali funzioneranno (come spiega l'articolo) solo nel 2011, sono dunque pari a 270 milioni. Un bel modo per far finta di aiutare l'economia.

4 commenti:

  1. Tanto la gente sta bene in camping in Abruzzo perchè dargli una casa?

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  2. in realtà sono negli alberghi al mare.. ma non amano molto starci, comprensibilmente, visto che arrivano da una città di montagna

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  3. Il governo ha puntato su case provvisorie (in muratura e in legno) perche' la ricostruzione sara' molto lunga. I containers sarebbero stati una vera tortura (soprattutto se ci devi vivere per 20 anni come in Irpinia)..

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  4. Il mio era un riferimento alla "battuta" di Berlusconi...

    Comunque anonimo, per quanto riguarda la mia opinione, se la ricostruzione sarà molto lunga (e probabilmente alla fine sarà pagata dagli stessi ex-abitanti tramite un mutuo) è prima di tutto una mancanza del governo...Per non parlare di tutta la mafia di Bertolaso con gli appalti

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