
Insomma solo tagli alle spese, causa dei dissesti, per governo che darà meno soldi a regioni e comuni. Se non bastano possono sempre aumentare le imposte locali. L'importante è che non lo faccia l'esecutivo che ha promesso di non aumentare le imposte.
In questi giorni però il Fondo Monetario Internazionale dice che la spesa non è la causa dei deficit eccessivi degli stati, da attribuirsi invece al crollo delle entrate, come riporta Paul Krugman sul Sole 24 Ore.
Lo studio del FMI sostiene che gli interventi a sostegno dell'economia hanno sì aumentato la spesa, ma anche le entrate fiscali. E' la stessa cosa scritta da me qualche mese fa parlando di incentivi-auto: gli incentivi si ripagano, creano occupazione, riducono le spese per gli aiuti pubblici (cassintegrazione, assegni di disoccupazione, prepensionamenti,ecc) e fanno salire le entrate pubbliche.
Ma allora perchè Governo e Confindustria sostengono che è colpa delle spese eccessive e non cercano di stimolare la domanda?
Le ragioni sono due. Da un lato per motivi ideologici. Hanno sempre sostenuto che le imposte vanno sempre diminuite e non possono contraddirsi. Inoltre appartengono alla scuola economica che non crede negli stimoli alla domanda e dunque non possono fare cose a cui non credono.
Dall'altro è in atto una profonda trasformazione del sistema produttivo, con effetti disastrosi per molti. Vera e propria macelleria sociale giustificata dalla necessità di conti economici in rosso.
Fiat, ad esempio, sta per chiudere lo stabilimento di Termini Imerese e ha fallito, negli scorsi anni, nel progetto di rilancio di Pomigliano d'Arco, dove ha incontrato molti problemi con i lavoratori. Adesso vuole produrre nello stabilimento campano la Panda, ma alle sue condizioni.
Fiat può spiegare che lo stabilimento di Termini Imerese va chiuso comunque e che a Pomigliano sarebbe necessario cambiare registro anche se i conti fossero positivi. Ma in molti non ne vorrebbero sapere. Direbbero che si deve tenere aperto lo stabilimento siciliano. E così cosa fa? Rifiuta gli incentivi e usa la cassa integrazione per portare avanti i suoi progetti. Per la felicità del governo, i cui esponenti non impazziscono di gioia all'idea di aiutare grandi imprese e operai.
L'articolo di Krigman è molto interessante e dovrebbe fare riflettere. Giunge a delle conclusioni che, in realtà, sono addirittura ovvie. Ad esempio, perché per anni e anni il sistema universitario (sotto il profilo finanziario, intendo) ha retto mentre ora si procede a tagli talmente pazzeschi che praticamente nessun ateneo riuscirà a chiudere il bilancio in attivo? E' perché è aumentata la spesa per mantenere l'università o perché è diminuito il gettito fiscale? A me pare evidente che la seconda via sia la più logica. E lo stesso discorso può essere esteso a sanità, scuola, ecc.
RispondiEliminaHellies15