27 maggio 2010

Ideologia e macelleria

Commentando i provvedimenti con cui si cerca di rimettere a posto i conti pubblici, il presidente del Consiglio ha spiegato che in Italia si spende troppo. Argomento ripreso dalla presidente di Confindustria il giorno dopo.

Insomma solo tagli alle spese, causa dei dissesti, per governo che darà meno soldi a regioni e comuni. Se non bastano possono sempre aumentare le imposte locali. L'importante è che non lo faccia l'esecutivo che ha promesso di non aumentare le imposte.

In questi giorni però il Fondo Monetario Internazionale dice che la spesa non è la causa dei deficit eccessivi degli stati, da attribuirsi invece al crollo delle entrate, come riporta Paul Krugman sul Sole 24 Ore.

Lo studio del FMI sostiene che gli interventi a sostegno dell'economia hanno sì aumentato la spesa, ma anche le entrate fiscali. E' la stessa cosa scritta da me qualche mese fa parlando di incentivi-auto: gli incentivi si ripagano, creano occupazione, riducono le spese per gli aiuti pubblici (cassintegrazione, assegni di disoccupazione, prepensionamenti,ecc) e fanno salire le entrate pubbliche.

Ma allora perchè Governo e Confindustria sostengono che è colpa delle spese eccessive e non cercano di stimolare la domanda?

Le ragioni sono due. Da un lato per motivi ideologici. Hanno sempre sostenuto che le imposte vanno sempre diminuite e non possono contraddirsi. Inoltre appartengono alla scuola economica che non crede negli stimoli alla domanda e dunque non possono fare cose a cui non credono.

Dall'altro è in atto una profonda trasformazione del sistema produttivo, con effetti disastrosi per molti. Vera e propria macelleria sociale giustificata dalla necessità di conti economici in rosso.

Fiat, ad esempio, sta per chiudere lo stabilimento di Termini Imerese e ha fallito, negli scorsi anni, nel progetto di rilancio di Pomigliano d'Arco, dove ha incontrato molti problemi con i lavoratori. Adesso vuole produrre nello stabilimento campano la Panda, ma alle sue condizioni.

Fiat può spiegare che lo stabilimento di Termini Imerese va chiuso comunque e che a Pomigliano sarebbe necessario cambiare registro anche se i conti fossero positivi. Ma in molti non ne vorrebbero sapere. Direbbero che si deve tenere aperto lo stabilimento siciliano. E così cosa fa? Rifiuta gli incentivi e usa la cassa integrazione per portare avanti i suoi progetti. Per la felicità del governo, i cui esponenti non impazziscono di gioia all'idea di aiutare grandi imprese e operai.

1 commento:

  1. L'articolo di Krigman è molto interessante e dovrebbe fare riflettere. Giunge a delle conclusioni che, in realtà, sono addirittura ovvie. Ad esempio, perché per anni e anni il sistema universitario (sotto il profilo finanziario, intendo) ha retto mentre ora si procede a tagli talmente pazzeschi che praticamente nessun ateneo riuscirà a chiudere il bilancio in attivo? E' perché è aumentata la spesa per mantenere l'università o perché è diminuito il gettito fiscale? A me pare evidente che la seconda via sia la più logica. E lo stesso discorso può essere esteso a sanità, scuola, ecc.

    Hellies15

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