30 giugno 2010

Buone notizie sul fronte della BCE

Ho segnalato nelle settimane scorse che i capitali, fuggiti nell'autunno 2008 dalle banche USA, erano tornati. Lo dimostrava l'alto tasso di prestiti concessi nell'ambito del programma TARP restituiti dalle imprese.

Sta succedendo la stessa cosa, con qualche mese di ritardo, anche in Europa, come testimonia il fatto che la BCE ha erogato meno soldi del previsto (ecco la notizia).

Dopo un aumento considerevole della quantità di moneta emessa, per far fronte alle necessità di liquidità da parte delle banche, si assiste a un progressivo calo. Man mano che le banche ricevono soldi dalla clientela, a sua volta più propensa a prestare soldi alle banche se queste dimostrano la propria solidità, diminuisce l'esigenza di ricorrere alla banca centrale, prestatore di ultima istanza.

Non aspettatevi però roghi di banconote, con Trichet che imita il pirotecnico ministro Calderoli: la liquidità si crea e si distrugge con accrediti e addebiti bancari, non stampando montagne di banconote.

Tutto bene dunque? Crisi finita?

No, i problemi strutturali restano e sarà necessario molto tempo per risolverli. Lo dimostra la notizia di ieri: la fiducia del consumatore americano è in caduta libera.

Le banche non minacciano più di fallire, ma questo non significa fine della crisi. Vuol solo dire che il paziente, malato e debilitato, non rischia la febbre a 40. Ma resta in prognosi riservata.

2 commenti:

  1. Però l'euribor ha preso a salire di colpo..

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  2. è un buon segno: vuol dire che si ritorna ai prestiti interbancari. Altro segnale che il sistema bancario sta uscendo dalla crisi

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