Il numero uno della FED, Ben Bernanke, ha parlato oggi descrivendo scenari non proprio positivi per il futuro dell'economia (vedi qui).
Per Bernanke l'economia americana sta rallentando, e anche se tutto fa pensare che nel 2011 le cose andranno meglio, la FED è pronta a intervenire acquistando grandi quantità di titoli pubblici.
D'altro canto non può fare altro. I tassi sono poco sopra lo zero e non si possono abbassare ancora.
Le parole di Bernanke hanno scosso i mercati ed è lecito chiedersi cosa sta succedendo davvero.
In parte lo spiega lo stesso Bernanke: nell'economia mondiale in due anni è cambiato poco o nulla. Gli squilibri restano intatti. Ci sono economie che spendono troppo e richiedono capitali e capitali pronti a abbandonare gli investimenti rischiosi causando il crollo delle attività economiche beneficiato dal credito. Lo abbiamo visto in modo evidente quando è fallita Lehman Brothers: la massiccia fuga dei capitali dagli investimenti più rischiosi ha messo in ginocchio l'economia mondiale.
Meno dirompente è stata la crisi greca che però ha costretto i governi europei a tagliare i costi e aumentare le imposte, con effetti negativi sul tasso di crescita dell'economia europea.
Il successo del salvataggio greco non vuol dire però che possiamo stare tranquilli.
Anzi, Bernanke ci avverte che i rischi restano elevati. L'economia rallenta e chi gestisce capitali è pronto a vendere tutto per ricomprare a prezzi più bassi. Ogni pretesto è buono e la speculazione è in agguato e disinteressata alle conseguenze.
Cosa succederebbe se, di fronte a un rallentamento dell'economia USA o cinese, si vendessero i titoli di stato USA magari anche al fine di colpire Obama e rilanciare i repubblicani? Le conseguenze sulla ripresa dell'economia sarebbero devastanti, rendendo vani gli sforzi fatti finora per rimettere in moto la macchina economica.
Bernanke teme una recessione che spinga i capitali a fuggire da aziende, banche e titoli di stato americani. Quindi avverte i mercati: siamo pronti a intervenire acquistando grandi quantità di titoli pubblici per contrastare le fughe di capitali che trasformerebbero il rallentamento dell'economia in una pesante recessione.
La speranza è che questo avvertimento sia sufficiente a impedire manovre speculative sui titoli di stato americani e le conseguenze depressive sull'economia americana e per il resto del mondo.
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