27 agosto 2010

In arrivo un'altra recessione?

Il numero uno della FED, Ben Bernanke, ha parlato oggi descrivendo scenari non proprio positivi per il futuro dell'economia (vedi qui).

Per Bernanke l'economia americana sta rallentando, e anche se tutto fa pensare che nel 2011 le cose andranno meglio, la FED è pronta a intervenire acquistando grandi quantità di titoli pubblici.

D'altro canto non può fare altro. I tassi sono poco sopra lo zero e non si possono abbassare ancora.

Le parole di Bernanke hanno scosso i mercati ed è lecito chiedersi cosa sta succedendo davvero.

In parte lo spiega lo stesso Bernanke: nell'economia mondiale in due anni è cambiato poco o nulla. Gli squilibri restano intatti. Ci sono economie che spendono troppo e richiedono capitali e capitali pronti a abbandonare gli investimenti rischiosi causando il crollo delle attività economiche beneficiato dal credito. Lo abbiamo visto in modo evidente quando è fallita Lehman Brothers: la massiccia fuga dei capitali dagli investimenti più rischiosi ha messo in ginocchio l'economia mondiale.

Meno dirompente è stata la crisi greca che però ha costretto i governi europei a tagliare i costi e aumentare le imposte, con effetti negativi sul tasso di crescita dell'economia europea.

Il successo del salvataggio greco non vuol dire però che possiamo stare tranquilli.

Anzi, Bernanke ci avverte che i rischi restano elevati. L'economia rallenta e chi gestisce capitali è pronto a vendere tutto per ricomprare a prezzi più bassi. Ogni pretesto è buono e la speculazione è in agguato e disinteressata alle conseguenze.

Cosa succederebbe se, di fronte a un rallentamento dell'economia USA o cinese, si vendessero i titoli di stato USA magari anche al fine di colpire Obama e rilanciare i repubblicani? Le conseguenze sulla ripresa dell'economia sarebbero devastanti, rendendo vani gli sforzi fatti finora per rimettere in moto la macchina economica.

Bernanke teme una recessione che spinga i capitali a fuggire da aziende, banche e titoli di stato americani. Quindi avverte i mercati: siamo pronti a intervenire acquistando grandi quantità di titoli pubblici per contrastare le fughe di capitali che trasformerebbero il rallentamento dell'economia in una pesante recessione.

La speranza è che questo avvertimento sia sufficiente a impedire manovre speculative sui titoli di stato americani e le conseguenze depressive sull'economia americana e per il resto del mondo.

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