14 gennaio 2012

Mario Deaglio


Su La Stampa di oggi, l'economista Mario Deaglio, marito del ministro Fornero, racconta del tassista bolognese che, intervistato da un giornalista di Report, ha spiegato che lui evade tutto il possibile, almeno il 40% del reddito effettivo o forse anche il 60-70%.

Un atteggiamento che non lascia dubbi sull'esistenza di un'evasione diffusa e superiore alle aspettative e spinge Deaglio a scrivere: "nella posizione del tassista probabilmente si trova gran parte dell'artigianato e del piccolo commercio, all'incirca 3-4 milioni di lavoratori: sui loro redditi effettivi governi di ogni colore hanno, pressochè da sempre, chiuso bonariamente un occhio".

L'economista torinese aggiunge poi che la loro è un'"evasione difesiva", messa in atto per sostenere un tenore di vita che sentono sfuggire tra le mani. Subito dopo però osserva: "l'Italia non può andare avanti così: siamo davanti a una questione aritmetica prima che a una questione etica" perchè il debito pubblico è un problema e se non cambia meccanismi sociali come quelli legati all'evasione difensiva, l'Italia non troverà più chi le presti, a un tasso di interesse accettabile, le risorse finanziarie che le servono per far quadrare i conti".

Insomma, occorre affrontare di petto i guai italiani, a cominciare dall'evasione realizzando "una revisione realistica delle loro dichiarazioni dei redditi".

Non si può che essere d'accordo con quanto scrive Deaglio. Che tuttavia nel libro "Liberista? Liberale" del 1996 (ed. Donzelli) sembrava avere un'opinione diversa.

Ricordando una crisi simile all'attuale, nei primi anni '90, Deaglio osserva (pagina 90): "il mondo politico commise l'errore di ritenere valida un'immagine stereotipata del lavoro autonomo e in particolare del commerciante, come evasore tout court...istituì quindi la minimum tax, dal sapore..punitivo..Il governo mostrava di non credere che esistesse un rilevante numero di piccoli commercianti con redditi netti inferiori a un milione e mezzo al mese. Sbagliava e sbagliava duramente".

A sbagliarsi erano invece l'economista torinese e, soprattutto, chi per troppo tempo ha strizzato l'occhio agli evasori, evitando di chieder loro un atteggiamento un pò più responsabile e di pagare di più.

12 commenti:

  1. D'accordo a combattere l'evasione, ma cos'è peggio?
    Far fallire o chiudere le imprese per le tasse oppure tollerare un minimo di evasione?
    Io sono convinto che l'evasione fiscale abbia agito da ammortizzatore sociale dal 2009 a oggi: se un'azienda aveva di fronte l'alternativa evado o chiudo, io sono sicuro che abbia scelto di evadere conservando i posti di lavoro e l'azienda.
    Una volta chiusa o fallita l'azienda è persa e i lavoratori cancellati. Inoltre nelle aziende piccole una volta finita la cassa integrazione in deroga, non esistono più ammortizzatori sociali.
    Non è così semplice come si crede mettere in pratica la frase che il mercato: "seleziona le aziende migliore togliendo dal mercato le peggiori e le inefficienti".

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  2. qualunque paese tollera un pò di evasione. Da noi sarebbe bello se talune categorie evadessero solo il 20-30%

    le imprese è meglio se non falliscono ma l'alternativa non è solo fallire per pagare o vivere evadendo

    c'è anche una terza via, puntare a rafforzare il sistema di imprese attraverso fusioni e acquisizioni. E se non si rafforza il sistema industriale in questo modo si alimenta un circolo vizioso in cui

    1 - l'imprenditore fatica a sopravvivere perchè è piccolo..quindi evade

    2 - chi potrebbe essere onesto evade pure lui perchè altrimenti è fuori mercato

    3 - le casse statali sono in crisi e si devono prendere i soldi dagli onesti con la conseguenza che i consumi diminuiscono mettendo in crisi chi produce...

    4 - il paese non cresce, i conti pubblici sono costantemente sotto pressione e nessuno investe da noi, sia perchè la domanda è debole, sia perchè la concorrenza è sleale

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  3. Mi pare di aver capito che William sia commercialista (giusto?) quindi credo che abbia una visione realistica del problema (non so di cosa ti occupi tu Gian)

    E' giusto che tutti paghino le tasse, ma se sono troppo alte le imprese sono quasi costrette ad evadere. Non completamente ovvio, ma finchè le cose stanno così, un minimo l'evasione deve essere tollerata (il 20 - 30% mi pare ragionevole).

    L'altra alternativa, possibile solo alle grandi imprese o a quelle vicine ai confini, è spostare la sede all'estero con grave danno per l'Italia.

    Ma allora che senso ha mettere tasse tanto alte se poi pochissimi le pagano e si mettono le imprese di fronte alla scelta: pago o chiudo? E l'Italia mi pare proprio abbia percentuali altissime specie se paragonate ai servizi che offre ai cittadini.

    Insomma è un circolo vizioso: si alzano le tasse perchè molti evadono, di conseguenza chi può si sposta all'estero e i gli altri evadono, di conseguenza si devono ulteriormente alzare le tasse, eccetera eccetera...

    Forse bisognerebbe mettere percentuali più ragionevoli e poi fare controlli severissimi con multe salatissime per chi continua ad evadere. La cosa più difficile è far entrare nella testa degli italiani che pagare le tasse non è un optional.

    Inoltre, secondo me, si stanno accanendo con chi non fa qualche scontrino/ricevuta/fattura, mentre si fa poco contro le evasioni delle grandissime imprese che con stratagemmi vari riescono a non pagare nulla e magari a prendere fondi e roba del genere.
    Si contratta con grandi banche colpevoli grandi evasioni (vedi quella di Passera) e si bastonano i piccoli evasori (ma anche chi paga con qualche giorno di ritardo e chi commette degli errori nelle dichiarazioni).
    Anche questa severità inversamente proporzionale all'entità dell'evasione ("Forte con i deboli e debole con i forti" per usare una tua frase William), non mi pare nè equa nè sensata.

    Di Deaglio ho letto qualche articolo sulla Stampa, ma non sapevo che fosse il signor Fornero. Sono articoli così pessimi e ipocriti che magari quando li rilegge piange anche... comunque se fossi uomo e avessi per moglie la Fornero piangerei anch'io.

    paoletta

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  4. ci sono squilibri enormi di vario genere: squilibri tra chi paga e chi no una certa imposta e squilibri territoriali... vedi ad es. http://econoliberal.blogspot.com/2011/02/il-federalismo-e-le-entrate-fiscali.html

    si tratta di riequilibrare le cose e le affermazioni del taxista smentiscono l'idea che l'evasione sia poca cosa

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  5. Sono d'accordo, Gian, bisognerebbe evitare tutti gli squilibri.

    Non so cosa dice il taxista... quale taxista?

    Prendo un esempio a caso: la Ferrero (che fortuna ha ancora i suoi stabilimenti ad Alba) ha sede in Lussemburgo.
    Non so niente dei sistemi di tassazione dei vari stati, vado a naso... ma credo che lo faccia per pagare meno.

    (da Wikipedia: "La pressione fiscale è molto più bassa della media europea ed è pari al 36,4% del PIL2008, in discesa rispetto al 40% del 2000.
    Ma se l'Italia chiedesse la stessa percentuale del Lussemburgo, che vantaggio avrebbe la Ferrero ad avere sede in Lussemburgo?

    Con un'aliquota più bassa tante grosse aziende tipo Ferrero tornerebbero ad avere sede in Italia e questo permetterebbero di mantenere alte le entrate anche con un'aliquota più bassa.

    Quegli stronzetti incassano le nostre tasse? (e te credo che poi hanno la tripla A)
    Essendo il Lussemburgo parte dell'Europa non si potrebbero allineare tutte le aliquote dei paesi membri?

    E poi perché se la prendono tanto con nostra Golden Share se poi Francia e Germania hanno dei metodi per proteggere le loro imprese?
    Perché nessun giornale sta parlando dell'ultimatum Golden Share?

    Perchè in Europa ci sono stati furbetti che possono fare certe cose e altri tontoloni che devono soccombere? Ma che cavolo di Unione è?

    paoletta

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  6. il tasssista mandato in onda da alcune tv parlava di evasione dal 40% in su...

    fare confronti tra diverse pressioni fiscali può essere fuorviante perchè le pressioni dei vari stati non sono omogenee

    c'è chi affida ai privati la sanità o le pensioni, con la conseguenza che ciò che si psnede per un'assicurazione privata è considerata una spesa dei privati e non un versamento di imposte

    trasferire la sede di una holding in lussemburgo aiuta a risparmiare solo alcune imposte, non tutte

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  7. Il tassista non l'avevo visto. Un'evasione maggiore al 40% anche a me pare eccessiva e intollerabile.

    L'Unione Europea dovrebbe uniformare tutto il sistema, non solo la percentuale di tasse da versare. Torno a ripetere ma che cavolo di Unione è?

    Però a quanto pare aiuta abbastanza trasferire la sede in Lussemburgo, visto che lo fanno in tante aziende (non solo Italiane). E questo deve rendere parecchio al Lussemburgo visto che si prende camionate di tasse (sottratte ad altri paesi) e che ne spende una minima parte per servizi ai cittadini che sono 4 gatti su un fazzoletto di terra.
    E poi i maiali siamo noi?

    paoletta

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  8. con la progressività delle aliquote, un 40% di evasione significa una % di imposta non pagata molto superiore

    non è l'unione a dover fare ma i singoli paesi a omogeneizzarsi, semmai... l'unione non può omogeneizzare i sistemi dei singoli paesi

    l'imposte sul reddito delle società peraltro produce poche entrate concentrate presso le imprese + grandi
    forse converrebbe ripensare o eliminare quell'imposta per evitare il trasferimenti di aziende in paradisi fiscali, facendo pagare altre imposte non eludibili

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  9. Ma come l'Europa può solo dirci togliete la Golden Share, ci stabilisce le quote latte, l'età della pensione, ecc. ecc. ecc. e adesso, attraverso Monti, ci impone il dissanguamento e poi non può omogeneizzare i paesi? Può permettere un paradiso fiscale nel cuore dell'Europa?

    Poi, stando a quanto afferma Vendemmia, la Germania non calcola il debito dei "lander". Ma come, non uniforma neppure il modo di calcolare il debito?

    Non c'è da stupirsi che il sistema sia in crisi. Fa schifo proprio. S&P è stata molto generosa a lasciarci qualche letterina.

    E secondo me la tripla A alla Germania è un regalo avvelenato: la vogliono rendere ancora più forte e prepotente (non che Sarkozy contasse e capisse molto) perché hanno capito che è talmente ottusa che continuerà su questa strada e porterà l'Europa in rovina.

    paoletta

    Perchè non mi vuoi parlare della Golden Share?

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  10. non amo molto le questioni giuridiche di cui mi occupo poco.. per cui sono poco competente in materia di golden share

    sulle quote latte vedi http://econoliberal.blogspot.com/2010/09/le-mucche-fantasma.html

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  11. Si, sono dottore commercialista e le aziende per professione le seguo molto da vicino.
    Posto che pagare le tasse è un dovere e non giustifico alcun tipo di evasione fiscale, sento di dover fare alcune precisazioni:

    1. quella che ho esposto sopra è lo stato dei fatti nelle aziende italiane, specie piccole.

    2. L'evasione a mio parere non è tutta uguale e non dovrebbe essere messa tutta sullo stesso piano. Ma finchè siamo in un regime giuridico dove chi ruba una mela è sullo stesso piano di chi fa fallire la Parmalat, non ci sono molte scappatoie.

    3. I grandi gruppi, nazionali e internazionali, possono optare per la tassazione di gruppo (http://www.investireoggi.it/fisco/tassazione-societa-di-capitali-guida-ai-regimi/) o spostare gli utili fittiziamente in aziende estere dove la tassazione è minore. Molto si è fatto in tema di transfert price e black list però con scarsi risultati: i grandi gruppi continuano ad avere le sedi all'estero e a pagare pochissime tasse.

    4. Il problema del sistema fiscale, come scrissi a suo tempo, è che ci sono troppe partite IVA. Bisognerebbe dimezzarne il numero incentivando le aziende a diventare grandi. Più dipendenti = più IRPEF e l'IRPEF dei dipendenti non si evade.
    Quindi, come già scrissi, io sarei favorevole ad abbassare le tasse sulle società (l'IRES) in proporzione ai dipendenti assunti e a condizione che le tasse siano pagate in Italia. 10 dipendenti = 28% di tasse, 1000 dipendenti 23% (con un tetto massimo). Quello che perdo in IRES guadagno in emersione.

    5. Il discorso: "le tasse sono troppo alte quindi evado, ma se nessuno evadesse sarebbero più basse", lo sento da sempre e anche abbassandole non è detto che tutti pagherebbero. Io vorrei lanciare un sondaggio: qual'è la percentuale giusta di tasse?

    Si, voi cosa ne pensate? Qual'è il massimo che si può chiedere ai cittadini, posto di mantenere sanità e scuola pubblica?

    A voi la risposta

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  12. Anch'io non giustifico alcun tipo di evasione fiscale (dicevo che una piccola percentuale di evasione può essere tollerata, non nel senso di perdonata, ma che è impossibile sconfiggerla totalmente, quindi una soglia molto bassa sarebbe già un risultato accettabile) ma come hai scritto anche tu ci sono vari scaglioni di gravità, in base all'entità dell'evasione e al fatto che sia occasionale o sistemica.

    2. Assolutamente d'accordo, ma cosa possiamo fare per cambiare e avere un sistema più equo?

    3. Molto è stato fatto, ma o non basta o si sono fatte le cose sbagliate se i risultati non si sono visti. Possibile che non trovino una soluzione? O non vogliono trovarla perché sono sostenuti dalle stesse lobby che hanno interesse a mantenere lo stato delle cose?

    4 Non lo so...

    5 Non so una percentuale precisa. Direi di ispirarci a qualche stato dove sia stato raggiunto un buon equilibrio. Butto lì un massimo del 40% per i redditi più alti e poi a scalare. Ma è proprio buttato lì.... non so. Se quella del Lussemburgo è a 36,4%, direi di avvicinarci molto in modo che le grandi aziende non abbiano benefici a spostare lì le sedi. Però non so le aliquote degli altri "paradisi", non so neanche quali siano. Però ho sentito in tv che Austria e Slovenia vanno a "bussare" alle aziende di confine invitandole a trasferirsi per pagare meno tasse.

    Però se le tasse fossero ragionevoli, i controlli a tappeto,e le multe salatissime (tipo 20 volte la cifra evasa, o anche di più) e oltre una certa cifra diventa reato penale, non sarebbe un deterrente all'evasione?

    grazie william
    paoletta

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