17 febbraio 2012

La Corte dei Conti

Ieri, all'inaugurazione dell'anno giudiziario, il presidente della Corte dei Conti, Giampaolino, ha parlato di corruzione e evasione. Ho sentito il passaggio su RaiNews: detto che presumibilmente la corruzione ha dimensioni maggiori di quanto emerge dalle inchieste.

L'avverbio, presumibilmente, è sparito dai titoli dei giornali che danno per certo l'aumento della corruzione e non spiegano mai quale sia la credibilità delle affermazioni della Corte dei Conti.

E' capitato a qualche mio famigliare di avere a che fare con la Corte e forse ci si può fare un'idea della credibilità di Giampaolino e dei suoi colleghi.

Il mio bisnonno lavorava, prima della guerra, nel Corpo Forestale dello Stato. Una delle figlie aveva un piccolo handicap motorio. Ottenne, in base alle regole di allora, la pensione di reversibilità del padre. Le regole stabilivano che avrebbe perso il diritto alla pensione se avesse lavorato. Ma divenne maestra a Torino, dove è morta ottantenne, senza essersi mai sposata. Decise di lasciare i suoi beni, il principale dei quali era un appartamento, a una vicina di casa che si era occupata di lei negli ultimi anni di vita.

Un paio d'anni prima di morire si vede chiedere decine di migliaia di euro dall'INPS che aveva scoperto, con qualche decennio di ritardo, che aveva goduto della reversibilità pur lavorando. Si rivolge a un avvocato che si appella, ma prima di una decisione definitiva, muore.

Passano 5 anni e un giorno mia zia si vede recapitare una richiesta dell'INPS: gli deve molte migliaia di euro.

Era successo che alla Corte dei Conti era arrivata la richiesta di trovare gli eredi, ai quali girare la richiesta dell'INPS. Invece di cercare se per caso c'erano beni lasciati in eredità e chi li avesse ottenuti, la Corte ha ricostruito i cambi di residenza (il bisnonno ha lavorato in molte città) e poi s'era rivolta ai comuni, uno dei quali ha fornito un paio di nomi di parenti, scoperti, pensate un pò, perchè proprietari di una tomba...

Per avere un paio di nomi (due dei numerosi nipoti) ci sono voluti 5 anni. Quando mi zia ha telefonato al funzionario della Corte dei Conti di Torino per spiegargli come stavano le cose, lui le ha fornito pure la soluzione: convochi tutti i suoi parenti, andate da un notaio e fate un atto di rinuncia all'eredità, così nessuno vi potrà più chiedere nulla.

Così s'è fatto e due anni dopo la Corte s'è riunita per prendere atto della rinuncia e concludere che non si poteva chiedere più nulla ai parenti.

Se questa è la Corte dei Conti, possiamo davvero credere nei dati che Giampaolino offre, pur mediati da un presumibilmente che i giornali omettono?

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