13 aprile 2015

I soliti due....

Alesina e Giavazzi (A&G), nostre vecchie conoscenze, scrivono oggi sul Corriere un articolo intitolato Lo slancio perduto di Renzi in cui spiegano che Renzi sembra "aver perso slancio sulle riforme" e a loro parere per far crescere l'Italia servono "sgravi fiscali consistenti", vale a dire tagli "accompagnati da corrispondenti e congrue riduzioni della spesa".

Ok, uno pensa, adesso ci spiegano che si deve tagliare questo e quello. E invece no. Per A&G tagliare la spesa senza ridurre i servizi è "impossibile" e tagliare i costi della politica o della corruzione non porterà grossi vantaggi.

D'altra parte aggiungono i due editorialisti del Corriere "i servizi e l’assistenza ai poveri e anche al ceto medio vanno garantiti e, in alcuni casi, ove possibile, migliorati. Ma non possiamo continuare ad offrire servizi gratuiti a chi sarebbe in grado di pagarli".

La soluzione dunque è far pagare i servizi a chi può: uno studente universitario di una famiglia benestante deve pagare molto di più e così il malato che se lo può permettere. Anzi tutto ciò stimolerà a dire di A&G.

L'ultima trovata di A&G stimola qualche considerazione.

Efficienza e spesa non vanno necessariamente di pari passo. Il cittadino che paga di più può pretendere un trattamento privilegiato, con conseguenze etiche importanti: immaginate cosa succederebbe se chi paga di più chiedesse di saltare le liste d'attesa per un esame o di avere ripetizioni da un professore.

La presenza di una categoria privilegiata potrebbe anzi portare a un peggioramento del servizio offerto al contribuente "normale".  Un primario ospedaliero per esempio potrebbe pretendere un aumento di stipendio per dedicare più tempo e energie ai contribuenti più ricchi, mandando assistenti malpagati e con poca esperienza a occuparsi dei malati che pagano di meno. In tali circostanze il servizio migliorerebbe? A mio avviso no, salvo forse per i ricchi.

Tutto questo naturalmente senza considerare gli effetti dell'evasione, che costringerebbero gli onesti a pagare di più e stimolerebbero forse qualcuno a diventare meno onesto.

Per cui la proposta di A&G è di dubbia (molto dubbia) utilità. A meno che pensino che l'efficienza dei servizi dipenda da poche persone, i benestanti, quelli con un reddito elevato. Forse A&G pensano che costoro, pagando di più, userebbero le conoscenze e l'influenza di cui dispongono (chi ha redditi elevati facilmente è un imprenditore, un dirigente o un professionista) per chiedere alla classe politica di migliorare il servizio.

La democrazia si indebolirebbe. E poi siamo sicuri che migliorerebbe il servizio per tutti e non solo per qualcuno? Inoltre costoro potrebbero preferire ricorrere a servizi privati, per cui non avrebbero alcun interesse a migliorare i servizi offerti dallo Stato, usando invece la loro influenza per evitare di pagare imposte aggiuntive.

Infine, l'obiezione forse più importante: se A&G predicano una riduzione delle imposte perchè la soluzione per loro è far pagare di più certi servizi?



 

2 commenti:

  1. una frase come *tagliare i costi della politica o della corruzione non porterà grossi vantaggi* procura il voltastomaco e una collettività che non taglia la lingua a chi la pronuncia, merita lo sfacelo.

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  2. "Il cittadino che paga di più può pretendere un trattamento privilegiato" d'accordissimo, vada in un istituo privato.
    Rispetto all'ultima domanda: A&G, da quel che leggo in questo blog, non vogliono "continuare ad offrire servizi gratuiti a chi sarebbe in grado di pagarli" (quindi non intendono tutta la popolazione).
    D'accordissimo che queste persone avrebbero tutto l'interesse a pagare meno tasse a quel punto..

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