22 ottobre 2010

Che pensione ci aspetta - parte 3


In quest'ultima parte cercherò di rispondere alla domanda: "conviene investire in un fondo pensione"?

Per essere più precisi i fondi pensione di cui parlerò sono i fondi pensione APERTI. La differenza tra quelli aperti e quelli chiusi è che ai fondi pensione aperti possono accedere tutti, in quelli chiusi invece possono accedere solo gli appartenenti a certe categorie. Esempio, al fondo "Cometa" possono accedere solo i metalmeccanici.

Tutti i fondi senza eccezione sono meccanismi a capitalizzazione, cioé quello che verso mi tornerà indietro sotto forma di rendita o capitale, a seconda del regolamento del fondo.
Cominciamo ora ad esplorare i vantaggi fiscali, che sono uno dei cavalli di battaglia di chi vende fondi.

Innanzitutto i versamenti sono deducibili dall'IRE per un importo massimo di Euro 5.164,57. Dalla mia esperienza personale si riesce ad accantonare in un fondo al massimo il 10% del proprio reddito, quindi un reddito medio di circa 26.000 Euro l'anno riuscirà ad accantonare, diciamo ottimisticamente, 3.000 Euro.
Il risparmio fiscale, per effetto sia della deducibilità che della minore aliquota, è pari a circa 756 Euro (trascurando le addizionali).

Veniamo poi ai rendimenti. La tassazione dei rendimenti è di quanto più favorevole ci sia in circolazione: sono tassati all'11% (i BOT sono al 12,50%). Ma questo deve rimanere un fattore marginale, per i motivi che esporrò più avanti.

Veniamo poi alla tassazione del montante. Come già anticipato il montante viene tassato una volta sola al momento dell'erogazione secondo un meccanismo a scalare: fino al 15° anno di permanenza nel fondo è tassato al 15%. Poi, per ogni anno a seguire, la tassazione scala dello 0,30% all'anno fino ad arrivare ad un minimo del 9% al 35° anno di permanenza.

Facciamo ora un paio di conti per vedere cosa esce fuori da questo calcolo.

Come ipotesi poniamo di accantonare 3.000 € l'anno per 30 anni, che il rendimento medio composto sia del 2,25% all'anno e il risparmio fiscale sia di 756 € l'anno. Ovviamente queste ipotesi sono un po' semplicistiche, ma per fare una simulazione seria andrebbe costruito un caso "ad personam".

Orbene, dopo 30 anni la situazione è la seguente:

1. versamenti totali: 90.000 €
2. Risparmio fiscale in 30 anni: 22.500 €
3. Montante lordo: 123.445 €
4. Tasse sul montante: 12.962 € (tassate al 10,50%)
5. Montante netto: 110.483 €

Il montante a questo punto viene liquidato sotto forma di rendita o di capitale. Viene fatto un calcolo considerando come limite (attualmente) i 92 anni, quindi si divide il montante per 92 meno l'età di pensionamento (ho considerato 67 anni) e si trova la rendita annua, che divisa per 12 fa la pensione mensile.

Ebbene, nel caso da me proposto la pensione mensile è pari a circa 500 Euro al mese.

Ora cerchiamo di fare alcune considerazioni.

1. 500 Euro al mese possono sembrare pochissimi, ma consideriamo che nell'esempio ho versato 250 € al mese per 30 anni e ne ho presi 500 per 25 (92 meno 67), direi che comunque non è male.
2. Effettivamente il risparmio fiscale si fa sentire, per fare un calcolo esatto dovrei anche considerare quei 22.500 € di risparmio fiscale cumulati in 30 anni e soprattutto la tassazione al 10,50% del montante finale. Non ci dimentichiamo che i depositi bancari sono tassati al 27%, buona parte delle rendite finanziarie al 12,50% e gli immobili saranno presto tassati al 20%.
3. Veniamo ora al rendimento. Io ho ipotizzato un rendimento composto al 2,25% in quanto parto dal principio che in un prodotto come un fondo pensione sia fondamentale la sicurezza e preservare il capitale. Quindi di base ho scartato tutti i fondi basati su azioni e anche quelli basati su obbligazioni, in quanto se qualche società contenuta nel fondo fallisce, le perdite in conto capitale sono gravi e con la pensione non si scherza (anche se integrativa). In pratica sono andato a considerare tutti i fondi che offrono una garanzia di rimborso del capitale al 100% e un tasso garantito minimo (che sul mercato va dallo 0 al 2,5% annuo). I rendimenti medi di tali fondi si collocano in media su questo valore del 2,25%.

Infine la domanda finale: conviene o no?

A mio parere conviene se sono soddisfatti i seguenti presupposti:

1. la nostra aliquota media sia oltre il 20%
2. scegliamo una linea garantita rinunciando ai miraggi di rendimenti mirabolanti
3. Molto prosaicamente riconosciamo che le pensioni non saranno mai più come quelle dei nostri padri

Nota: quello scritto sopra NON si riferisce ai TFR dei dipendenti.

1 commento:

  1. Analisi ben fatta e condivisibile.
    Ho tuttavia alcune perplessità su alcuni elementi che non hai trattato:
    - rischio fiscale: chi ci dice che le regole di tassazione non cambieranno?
    - rischio emittente: se fallisce ?
    - rischio "prendiamo i soldi dove ci sono": se in futuro ci saranno problemi di finanza pubblica o di equilibrio dell'INPS, ho il serio timore che andranno a prendere i soldi dove ci sono (ovvero a chi ha più di una pensione)
    Mi farebbe piacere conoscere la tua opinione su questi punti.

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