05 gennaio 2011

Tempi duri in Confindustria


L'accordo tra Fiat e i sindacati che deroga al contratto nazionale dei metalmeccanici, ha costretto l'azienda torinese a uscire da Confindustria. Solo creando una nuova società estranea a Confindustria, Fiat non sarà obbligata a rispettare le norme che l'accordo sindacale vuole superare.

La decisione di Fiat ha suscitato scalpore, ma non è una decisione isolata. Anche un'azienda di tutto rispetto come Fincantieri ha deciso di uscire dall'associazione guidata da Emma Marcegaglia, come spiega questo articolo di Repubblica.it.

Le ragioni sono due. La prima riguarda il contratto. Fincantieri si sta muovendo per ridurre le inefficienze. Una battaglia per aumentare le produttività, proprio come fa Fiat, che Confindustria non ha appoggiato.

L'altra ragione riguarda le nomine. Fincantieri si rende conto di contare poco: nelle associazioni locali i suoi rappresentanti sono stati esclusi. Perchè pagare in cambio di nulla o per sostenere qualche piccolo imprenditore locale desideroso di coltivare rapporti con la politica?

Confindustria dispone di un ingente patrimonio fatto di immobili, società di servizi, mezzi di comunicazione, università, centri studi, burocrazia. Offre servizi, almeno alle aziende che non sono abbastanza grandi da fare da sole e rappresenta una lobby importante, spesso in contatto con il mondo della politica.

Basterebbe ricordare le vicende che hanno portato all'elezioni di alcuni presidenti, spesso legati al potere politico. Negli ultimi anni però il rapporto tra Confindustria e il potere politico pare cambiato. Non è più Confindustria a correre dietro la politica, per modificarne le scelte, ma la politica, nella persona di Berlusconi, a correre dietro agli industriali, intrecciando un rapporto stretto con alcuni presidenti, come Antonio D'Amato o Emma Marcegaglia a cui si sono offerte candidature politiche e anche un ministero.

Chi non gradisce si tira indietro. I servizi di Confindustria costano cari e le imprese di dimensioni medio-grande non ne hanno bisogno. Fanno da sole, Fiat in testa, ma non solo. Confindustria, che di solito predica riforme e innovazioni, pare essere diventata un ostacolo per chi vuol cambiare i contratti, come Fiat e Fincantieri, o per chi è infastidito dalla struttura burocratica, dalle lotte intestine e non ha bisogno dei servizi offerti dall'associazione, come è successo tempo fa ad Amplifon.

1 commento:

  1. Voglio proprio vedere cosa farà Fincantieri per ridurre le inefficienze!
    Intanto tiene 4 operai regolari e 1000 immigrati a fare 14 ore al giorno assunti da ditte terziste a fare tutti i lavori pericolosi: verniciatura, molatura, spazzolatura, stuccatura, ecc. ecc.
    Tanto se un bangalese prende il cancro tra 30 anni in Bangladesh mica viene a rompere le scatole come con l'amianto!

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