Come si è creata la voragine dei conti pubblici in Europa? In alcuni paesi si è passato in pochi anni da un debito tutto sommato modesto (30-50% del PIL) a un debito spaventoso (100-120% del PIL): com'è successo?
Certo la crisi pesa molto sui conti pubblici. Le entrate fiscali sono diminuite per effetto del calo del PIL. Alcune imposte, come quelle sul reddito delle imprese o sui guadagni di borsa, si incassano solo quando l'economia va bene. Quando invece subentra la recessione aumentano le spese dello Stato per sostenere la domanda, le imprese e i lavoratori in difficoltà.
Ma questo non basta a spiegare la crescita rapidissima del debito di alcuni stati. Un ruolo importante l'ha avuto il salvataggio delle banche, come spiega questo articolo del Sole 24 ore (vedi qui) che spiega che le banche irlandesi hanno ricevuto un doppio aiuto: sono state ricapitalizzate con soldi pubblici e si sono liberate dei crediti inesigibili.
In poco tempo banche che vantavano un basso tasso di crediti inesigibili hanno scoperto che la realtà era un'altra: una parte consistente dei soldi prestati era difficile da recuperare.
La crisi e lo scoppio della bolla immobiliare irlandese hanno improvvisamente peggiorato la situazione, rendendo insolventi molti clienti che in precedenza pagavano regolarmente. Ma forse non basta a spiegare l'aumento improvviso delle insolvenze. C'è il sospetto che le banche irlandesi abbiano sottovalutato il rischio, vale a dire che i bilanci siano sostanzialmente falsi. Potrebbero riservare ancora brutte sorprese.
Bilanci falsi come in Grecia, con la differenza, però, che le banche irlandesi hanno potuto contare sul doppio aiuto dello Stato, mentre la Grecia può solo ottenere prestiti da UE e FMI, ma non può scaricare i problemi su altri.
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