05 gennaio 2012

Tra populismo e realtà.

La scorsa primavera il risultato del Movimento 5 Stelle in Emilia Romagna ha fatto scalpore. Il partito di Grillo ha ottenuto più voti dell'IDV, quasi il doppio dell'UDC. Due gli eletti in consiglio regionale, Favia e Defranceschi.

Tra i cavalli di battaglia del M5S c'è il taglio dei finanziamenti ai giornali, contro cui Grillo ha organizzato una delle sue grandi riunioni di piazza, il VDay.

L'idea, un po' populista, di risolvere i problemi solo col taglio dei costi deve fare i conti con la realtà, fatta di persone in carne e ossa che rischiano il lavoro.

Così Defranceschi ha chiesto alla Regione di difendere i lavoratori dell'Unità di Bologna, attirandosi le critiche dei duri e puri del movimento, primo fra tutti il comico genovese, che ha spiegato a Defranceschi che deve cambiare idea o andarsene.

De Franceschi, come spiega Repubblica (vedi qui), a sua volta ha attaccato il collega del comune, Bugiani, sul tema della gestione dei soldi a cui rinunciano i consiglieri regionali. Il disaccordo riguarda l'interpretazione del principio enunciato da Grillo, i soldi siano gestiti dagli eletti.

Insomma, è facile enunciare principi eleganti. Difficile applicarli. Tra il dire e il fare c'è di mezzo la realtà e chi la interpreta sovente ha le idee confuse.Inserisci link

8 commenti:

  1. difatti la risposta squadrista (linguaggio tipico di peppino grullo, a breve detto hitler) è stata la seguente http://www.beppegrillo.it/2012/01/gli_eletti_del/index.html

    "Il MoVimento 5 Stelle è fatto da cittadini, non da eletti ed elettori. Qualche eletto non lo ha forse capito. Ci si candida per spirito civico, per attuare un programma, non per presenzialismo, per carriera politica. L'eletto é importante, come tutti, ma non necessario, è il terminale di una rete. Il limite massimo dei due mandati, qualunque sia il tipo di mandato, da consigliere o da deputato, vale per tutti. Inoltre chi è stato eletto non può lasciare il suo incarico per candidarsi altrove. Queste regole sono chiare e lo sono state dall'inizio. Qualcuno può non essere d'accordo, ma in quel caso può candidarsi in un partito. Non nel MoVimento 5 Stelle. L'ho già scritto, ma lo ripeto ancora una volta per chiarezza. Il MoVimento 5 Stelle non è un partito, non ci sono, né ci dovranno essere leaderini, ma solo cittadini."

    un'analisi spietata di questa merda seguirà a breve, prima mi devo calmare per l'incazzatura legata al fatto che molti di centrosinistra continuano a votare per questo ducetto che non fa più ridere...

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  2. il 3 luglio 1994 Norberto Bobbio scriveva su La Stampa: "c'è stato anche chi...è giunto a sostenere che non basta cambiare i partiti...ma è necessario eliminare la stessa parola partito....Se il movimento di opinione di Berlusconi non è un partito, si può sapere che cosa è?"

    segue la spiegazione del fatto che movimento e partito sono la stessa cosa e quell'"associazione di persone che si accordano per sollecitare certe decisioni politiche ovvero secondo la Costituzione per determinare la politica nazionale" altro non è che un partito...

    come al solito se solo sapessero di cosa stanno parlando...

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  3. non sanno, e dimostrano d'essere d'ignoranza abissale, altro che i politici prestati. in una società di lavoro specializzato proprio la politica dovrebbe essere l'unica attività non professionalizzata? che senso ha? forse perché meno son professionali e meno resistono alla demagogia...

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  4. Molti non hanno ancora capito, che di fatto Grillo è una sorta di Berlusconi di sinistra. Il suo populismo e la demagogia, talvolta ai limiti dell'idealismo ridicolo hanno attirato troppi consensi. Purtroppo poi, c'è da fare i conti anche con la realtà. Quel che mi preoccupa di più però, è che Grillo, a questioni pratiche, risponde per mezzo di questioni ideologie, e spesso e volentieri chiama a parlare e considera solo persone che danno sempre e comunque ragione a lui, cercate ben bene col lanternino.

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  5. guardando i sondaggi pare che grillo non abbia tolto voti al centrosinistra ma alla destra

    difficile considerarlo, perciò, un berlusconi di sinistra

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  6. Grillo non è un Berlusconi di sinistra, semplicemente perchè non è affatto di sinitra.
    Leggendo ciò che scrive, io non vedo un uomo di sinistra, ma un reazionario. Non mi sento di dargli del fascista, perchè non voglio offendere i fascisti.

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  7. scriverò anch'io sul "grillismo spagnol" presto

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  8. Grillo mischia anche elementi programmatici tipici di un cd. "ambientalismo" e della sinistra radicale ma è fondamentalmente (nei metodi e modi di fare) un uomo di destra. Polulista, ovviamente.

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