09 febbraio 2012

Cartelli bancari


Un mercato nel mercato. E' quello che emerge da un'indagine della commissione della concorrenza svizzera, la Comco, che sta indagando su un cartello di 12 banche (i colossi del credito a livello mondiale) che, secondo l'accusa, si scambiavano denaro a tassi migliori di quelli del mercato.

Lo scopo era di guadagnare: un tasso minore significava uno spread maggiore (spread in questo caso significa differenza tra il tasso attivo per la banca, ovvero il tasso fatto pagare al cliente, e il tasso passivo, pagato dalla banca a chi gli fornisce capitali).

La notizia (vedi qui), di qualche giorno fa, non è isolata. A ottobre l'Unione Europea ha indagato su un accordo di 40 banche per manipolare l'euribor (vedi qui) e qualche mese prima erano state le autorità bancarie di USA, Giappone e Regno Unito hanno indagato su accordi per fissare il Libor.

Dobbiamo stupirci?

Non si stupirà chi pensa che le banche siano piene di delinquenti, ma forse neanche un economista dovrebbe stupirsi.

I mercati infatti non sempre funzionano come dovrebbero e i mercati interbancari sono in crisi ormai da anni. Prima qualunque banca avesse soldi da prestare li offriva a un'altra banca, disposta a pagare il tasso di interesse stabilito dal mercato.

Poi questo sistema è crollato. Le banche hanno iniziato a dubitare della solvibilità di altre banche, compromesse con investimenti troppo rischiosi. I tassi interbancari inizialmente sono saliti alle stelle, per poi scendere ai minimi termini quando le banche centrali e i governi sono intervenuti per evitare una crisi bancaria generalizzata.

Ma se una banca ha molti capitali a disposizione e non si fida a prestarli ad alcune banche, considerate a rischio insolvenza, sarà disposta invece a prestarli ad altre banche, degne di fiducia, a tassi anche più bassi di quelli di mercato.

L'eccessiva rischiosità di alcune banche si risolve nel razionamento del credito concesso a tali banche, mentre l'abbondanza di capitali offerti e la scarsità di banche poco rischiose che domandano capitali.

Di fatto esistono due mercati: all'interno del mercato interbancario, che funziona male e produce razionamento del credito a carico delle banche poco credibili esiste un mercato a parte, dove operano le poche banche che si fidano l'una dell'altra e per questo sono disposte a prestarsi denaro a tassi più bassi.

Un'ulteriore prova che i mercati non funzionano come vorrebbe chi crede nel mercato.

41 commenti:

  1. Scusate l'ignoranza, ma se le banche più affidabili si prestano soldi a tassi inferiori al normale, cosa ci sarebbe di male? perché dite che il mercato non funziona? non capisco!

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  2. ho iniziato scrivendo che è un mercato nel mercato...

    non funziona il mercato nel senso tradizionale del termine, con i prezzi cioè in questo caso i tassi che salgono fino a quando domanda e offerta si incontrano, tenuto conto della rischiosità dei soggetti

    e il tasso non esprime un equilibrio di un unico mercato o magari non esprime proprio un equilibrio

    sono vietati di solito quei comportamenti che distorcono la concorrenza, come i cartelli, gli accordi sottobanco

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  3. ok, ho capito, ma in questo caso mi pare logico, ,intelligente, e tutto sommato positivo(o comunque non dannoso per i consumatori) che le banche preferiscano far circolare contante solo in un "mercato nel mercato" ristretto, composto solo dalle banche più "sane" dal punto di vista finanziario.
    Insomma escludere i clienti peggiori, mi sembra una cosa più che lecita, e perfettamente coerente coi meccanismi di mercato. Quale negoziante, commerciante, o imprenditore farebbe credito a un cliente, se sapesse che è indebitato fino al collo, e in una situazione economica e finanziaria disastrosa? NESSUNO.
    Quindi non vedo cosa ci sarebbe di anomalo, e perché mai se le banche si comportano in maniera logica e ragionevole, invece sarebbero "delinquenti"!

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  4. "e il tasso non esprime un equilibrio di un unico mercato o magari non esprime proprio un equilibrio"
    Su questo sono d'accordo, ma forse la soluzione potrebbe essere non fissare un tasso standard, ma lasciare agli operatori una maggiore libertà nella valutazione dei rischi caso per caso

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  5. se fai pagare un mutuo in base all'euribor o a un altro tasso interbancario, ma quel che applichi davvero è inferiore, c'è un problema...e questo accordo finisce col pesare anche sugli altri scambi di denaro che avverranno a tassi + alti

    il consumatore paga di + e la banca incassa di + dichiarando di pagare un interesse maggiore di quel che paga

    lo scopo dei cartelli non è difensivo ma offensivo..si punta a gudagnare di + a spese di qualcuno

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  6. certo, ma il fatto che circoli più liquidità in quelle banche più "solide", che hanno investito meglio, è anche giusto e positivo. Il problema è che i tassi andrebbero stabiliti in maniera diversa, tenendo conto della situazione reale, non con uno standard "virtuale"

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  7. già... però del cartello fa parte gente come Royal Bankof Scotland che è quanto di peggio esista... quindi non è un club di primi della classe che si differenziano dagli altri

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  8. Oppure serve un intervento politico, per "spezzare" i cartelli!

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  9. per questo esistono le autorità che si ocupano di concorrenza

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  10. Comunque sul fatto che il mercato non si autoregola(a differenza di come sostengono gli adepti di "dottrine economiche" liberiste, come la Scuola Austriaca, o i "Chicago boys"), e non esiste nessuna mano invisibile, non posso che essere d'accordo con te. La deregulation non porta da nessuna parte(se non al fallimento), se le regole sono sbagliate o inadeguate si cambiano(in questo caso si potrebbe cambiare il modo di calcolare e stabilire i tassi), ma le regole sono indispensabili in economia!

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  11. quelle sono teorie da asilo o per chi vuole una difesa elegante di interessi egoistici

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  12. già, quella è ideologia spazzatura, gli adepti della Scuola Austriaca, o di quella di Chicago, sono un po' come i comunisti fanatici. Se gli fai notare che il mercato libero e senza regole(e senza intervento politico) non è tutto rose e fiori, ed è soggetto a una marea di distorsioni negative, ti rispondono che è colpa dello stato, perché il mercato libero e perfetto non è mai esistito (un po' come i comunisti, che se gli fai notare tutti i lati negativi del comunismo reale, rispondo che il VERO COMUNISMO NON E' MAI ESISTITO!)

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  13. non è mai esistito perchè nel mondo reale nessuno è tanto fesso quanto loro...

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  14. Ma il bello è che poi alcuni di loro hanno mitizzato, come riferimento storico al loro ideale di capitalismo, niente popo' di meno che l'IMPERO BRITANNICO(forse per il sistema monetario gold standard)
    Ma come cavolo può un IMPERO(la cui fortuna economica risiede proprio nella supremazia politica, e non nel libero mercato) essere un ideale di anarco-capitalismo? misteri della fede!

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  15. tutti mitizzano.. d'altro canto sono idee prive di buon senso e possono funzionare solo in sistemi ideali

    che poi la forza dell'impero era industriale. Sostenevano il libero mercato perchè erano + bravi degli a produrre e a rifornirsi di manodopera e materie prime a buon mercato

    il resto, comprese le idee sulla moneta, sono una conseguenza

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  16. Appunto, un IMPERO, che con il mercato totalmente libero e senza Stati, non c'entra nulla.Come ho già detto gli anarco-capitalisti sono uguali identici ai marxisti, le loro teorie sono prove di logica, senza capo né coda, esistono solo nel mondo delle idee!
    Il problema è che alcune delle loro bizzarre idee, sono diventate popolari, e sono prese sul serio anche da alcuni politici. Per esempio la deregulation del mercato del lavoro, l'idea(secondo me SBAGLIATA) che l'abolizione dell'art18 favorisca l'impresa, e la meritocrazia

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  17. se tu sei economicamente forte come lo era l'impero britannico teorizzi il libero mercato perchè questo esalta la tua forza

    poi si confonde la causa (la forza economica) con l'effetto (il mercato libero) pensando che la relazione vera sia quella contraria: il libero mercato rende forti le imprese

    e questo rende popolari le idee...

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  18. gli anarco... ecc sono solo frustrati.. poichè le loro ricette non funzionano, pensano che funzionerebbero se fossero + radicali e spingendo tali teorie all'estremo arrivano all'anarco...ecc

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  19. ma poi alla base di ogni Impero, c'è sempre un'eccellente organizzazione bellica. La forza economica dell'impero Britannico, era legata alla forza militare e alla strategia bellica, con cui hanno "saccheggiato" le risorse naturali di mezzo mondo, e soggiogato interi popoli...e quando tu hai il controllo politico anche su altre nazioni, parlare di libertà, e libero mercato, è un po' contraddittorio. Il libero mercato esisteva solo a livello tecnico, ma era un libero mercato continuamente sottoposto al ricatto delle cannoniere della Royal Navy!
    E visto che i libertari di scuola austriaca(o di Chicago) sono anche anti-militaristi(tipo Ron Paul), direi che le loro teorie sono un mucchio di illogiche contraddizioni...
    Comunque si, è come dici tu, quando vogliono dimostrare a tutti i costi che le loro teorie sono le migliori, tendono ad ignorare(volutamente) i rapporti causa effetto...in realtà credo che la maggior parte degli ultra-liberisti fanatici, sono in malafede, vogliono dare una credibilità scientifica, a quelle che sono semplicemente le loro discutibili idee e interessi politici.
    Basta dare un'occhiata a questa classifica, per rendersi conto che non c'è sempre un rapporto direttamente proporzionale tra libero mercato, e ricchezza di una nazione:
    http://www.heritage.org/index/default

    Il Cile, le Mauritius, o addirittura la poverissima Georgia sembrerebbero(perlomeno secondo i discutibilissimi parametri utilizzati dalla fondazione liberista Heritage) molto più liberi economicamente dell'Italia, ma sono assai più poveri!

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  20. nel loro caso c'era la rivoluzione industriale..che si alimentava col carbone abbondante nel sottosuolo britannico

    la forza militare dipende dai soldi che ti permettono di disporre di armi migliori e di uomini

    Ron Paul è solo un esponente dell'egoismo + estremo

    Heritage è uno dei think tank ultraliberisti..nel avevo scritto qui http://econoliberal.blogspot.com/2011/06/paghereste-3000-euro-lanno-per.html

    difendono la libertà perchè difendono i loro interessi..per costoro libertà significa poche imposte e quindi nulla di strano se certi paesi sono + liberi di altri che invece sono + ricchi

    spesso la libertà come la intendono costoro si associa a una maggiore disuguaglianza che spesso si deve proprio alle poche imposte per i ricchi

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  21. Certo, l'Heritage Foundation, è un'associazione che propaganda determinate ideologie per promuovere gli interessi degli associati. Non è un caso che per loro la Georgia(uno dei paesi più poveri e disastrati dell'ex URRS, governata da un leader fantoccio manovrato dalla Casa Bianca), rientra tra i paesi economicamente liberi(peccato che i Georgiani non sappiano proprio che farsene della loro "meravigliosa" libertà visto che fanno la fame), mentre la Russia, o la Bielorussia (paesi governati da leader democratici nazionalisti) anche se se la passano decisamente meglio della Georgia, sono classificati sotto la soglia minima della libertà.
    E comunque misurare la libertà economica, sulla base delle tasse, è una gran cazzata, perché se io ad esempio non devo finanziare la sanità pubblica con le tasse, ma poi per avere un servizio sanitario decente, devo pagare un'assicurazione che costa il doppio(di quanto avrei dovuto pagare in tasse, in un paese con un buon welfare), in realtà mi ritrovo con meno potere d'acquisto, e quindi meno libertà economica, rispetto a chi vive in uno stato dal welfare efficiente!
    Per fare uno studio onesto sulla libertà economica, bisognerebbe prendere a modello i paesi dal welfare più esteso, e poi calcolare il costo dei servizi privati degli paesi a confronto, considerando questi costi medi dei servizi privatizzati, come se fossero TASSE. In questo modo verrebbe fuori che l'americano medio, per avere gli stessi servizi(sanità, scuola, pensione ecc...) di un Francese paga anche di più, e quindi la pressione fiscale occulta non è molto più bassa, anzi!

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  22. se èe per questo anche quando si confrontano i livelli di imposte tra diversi stati si cade nello stesso errore, che però piace molto ai liberisti

    se in uno stato la sanità è privata, la spesa si classifica come consumo delle famiglie mentre dove è a carico dello stato fa parte della spesa pubblica

    i liberisti amano dire che negli USA c'è un peso maggiore dei consumi privati e minore imposizione fiscale..ovvio... ma non tengono conto di quanto detto sopra e soprattutto del fatto che la spesa sanitaria è + elevata rispetto al PIL

    confrontano mele e pere perchè fa loro comodo per passare l'idea che è bene ridurre le imposte

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  23. Ron Paul, se pensa davvero a tutto quello che dice, non è solo egoista ma proprio scemo(altrimenti è un demagogo-populista, che da fiato alla bocca per conquistare il consenso dei Tea Party e fanatici simili).
    E' vero che alla base dell'impero Britannico, c'è il carbone, ma se gli inglesi avessero avuto le stesse idee bislacche di Ron Paul, non sarebbero mai diventati un impero. Anzi probabilmente prima o poi sarebbero stati sottomessi e colonizzati da qualche altra potenza "statalista", non contaminata dalle idee farlocche degli anarco-capitalisti!

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  24. ho conosciuto di persona qualche ultraliberista e scemo e egoista si intrecciano. Difficile capire dove inizia una e dove finisce l'altro

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  25. Esatto, proprio quello che volevo dire io, non si può confrontare la spesa pubblica(e la conseguente pressione fiscale) dell'Italia, con quella degli USA. Se si vuole essere onesti, bisogna come minimo sottrarre dalla spesa italiana le voci SANITA', SCUOLA, e SISTEMA PENSIONISTICO, oppure considerare la spesa sanitaria, scolastica e pensionistica americana, come se si trattasse di SPESA PUBBLICA. E facendo un confronto onesto, probabilmente si scoprirebbe che il divario di pressione fiscale DI FATTO, che si deve accollare l'americano medio, non è molto più bassa di quella dell'italiano medio. Sono solo gli americani di fascia economica medio-alta, a subire una pressione fiscale molto inferiore, e trarne i maggiori benefici!

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  26. concordo

    stavo giusto scrivendo un nuovo post su altre stranezze sui conti

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  27. Se hai tempo di fare un confronto del genere tra i Paesi europei con welfare esteso (come la Svezia, la Germania, il Regno Unito), con uno qualsiasi dei "paradisi fiscali"(non intendo solo quei posti dove gli evasori nascondono e riciclano i capitali, ma in generale tutti quei paesi che sono elogiati dai liberisti, come esempi virtuosi per via della spesa pubblica contenuta), sarebbe molto interessante fare tutti i calcoli, e vedere i risultati, la pressione fiscale DE FACTO, che sicuramente sarà molto diversa da quella apparente!

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  28. sarebbe interessante farlo ma occorrerebbero dati attendibili e abbastanza disaggregati

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  29. cmq a occhio, credo che l'americano medio-povero, che si finanzia privatamente tutti quei servizi che in europa rientrano nella spesa pubblica, si trova in una situazione simile, se non peggiore, di quella dell'Italiano. E' soprattutto l'americano super-ricco, che può permettersi di pagare meno del super-ricco italiano, e soddisfare al meglio la propria irrazionale(tanti super ricchi manco riescono a godersela tutta la roba che accumulano) avidità, senza neanche sbattersi per evadere il fisco!

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  30. lo penso anch'io.. e il guaio è che non lo sanno, mi hanno raccontato di americani stupiti di come funzionano le cose in europa, come racconta anche Michael Moore nel suo Sicko

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  31. Oddio anche nei documentari di Micheal Moore, secondo me c'è una certa disonestà di fondo, quel regista tende un po' troppo (per i miei gusti)a manipolare la realtà dei fatti, per far imporre le proprie idee. La Sanità Usa da quello che so tramite persone che ci sono vissute, non è così disastrata(volendo fare cinema di condanna, anche in italia basterebbe raccontare SOLO i casi di malasanità, per far sembra il sistema sanitario a livelli da terzo mondo. Per fare uno studio imparziale, bisogna analizzare la situazione a 360 gradi, e non soffermarsi solo sul peggio, o sul meglio!) come la racconta Moore, ma comunque si paga(e pure abbastanza cara), se sei dipendente spesso il datore di lavoro ti fa da "sostituto d'imposta" pagandoti l'assicurazione, con una parte del salario lordo. Quindi se vai a fare i conti, probabilmente la situazione di chi si autofinanzia tutti i servizi, e simile a quella dell'Italiano che paga tutte le tasse.
    Anzi forse l'americano medio-povero di tasse "occulte" ne paga anche di più!

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  32. io ricordo che non parla della qualità della sanità ma di costi e dell'esclusione di milioni di persone dalle cure

    inoltre mostra che molti non sanno che altrove la sanità funziona diversamente, con costi minori e maggiori diritti per tutti

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  33. Cmq i libertari, liberisti, Tea Party, anti-statalisti e anarco-capitalisti NOSTRANI, lo sanno eccome, ma purtroppo NON CI ARRIVANO.
    Non si rendono conto che NON ESISTE IL PASTO GRATIS(e in certi settori come la Sanità non esiste manco l'ombra della concorrenza), e quindi anche se certi servizi non li paghi con le tasse, alla fine li devi pagare comunque. E se a pagare di meno sono proprio le fasce più ricche della popolazione, significa che gli altro DEVONO PAGARE DI PIU'!

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  34. lo sanno bene ed è quello che vogliono.. non vogliono pagare per gli altri.. questo negli USA si accompagna a una certa dose di razzismo perchè i poveri sono in gran parte neri ispanici ecc

    poi non lo dicono x non sembrare razzisti e elaborano una teoria elegante a sostegno delle loro posizioni

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  35. Hanno stampato in testa solo il mito della concorrenza, e la fede cieca nel privato, che grazie a delle magiche proprietà sarebbe sempre efficientissimo. Peccato che la concorrenza non può esistere in tutti i settori, e la mano invisibile esiste solo nella testa di chi ci crede!

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  36. "non vogliono pagare per gli altri.."
    Questo discorso sarebbe validissimo se i libertari-liberisti e compagnia fossero tutti straricchi e benestante. Ma nel movimento Tea Party italiano ci sono anche tante persone di fascia "medio bassa", persino lavoratori precari, gente più povera che ricca, che non si rende conto che invece queste idee vanno contro gli interessi del 90% e passa della popolazione, anche contro i loro interessi!

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  37. non si rende conto...lo dici pure tu...

    se non ricordo male il filosofo abbagnano definiva l'ideologia il mascheramento concettuale della realtà

    basta convincersi che è una buona cosa e il gioco è fatto

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  38. Stessa cosa anche in america, gli aderenti a tutti questi movimenti sono troppo numerosi per rappresentare solo i super-ricchi, o cmq il decile più benestante. Molti sono semplicemente stupidi e ignoranti, o comunque hanno subito un tale lavaggio del cervello, da non rendersi più conto della realtà!

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  39. "basta convincersi che è una buona cosa e il gioco è fatto"
    Si, bisogna ammettere che molti propagandisti di idee e riforme di stampo liberista, sanno essere molto convincenti, e se uno non ha uno spirito critico molto allenato, ed è ignorante in materia economica, finisce per farsi manipolare con grande facilità. Alcuni sono dei veri professionisti, nello spacciare delle semplici opinioni, teorie non dimostrate e ideologie politiche, come fossero verità scientifiche!

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  40. e infatti i vari think tank americani servono a questo, e lo fanno coi soldi dei ricchi che puntano a mantenere i privilegi e pagano fiori di finti economisti e politici per diffondere il loro credo

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