03 luglio 2012

Prandelli l'innovatore. O forse no?

Il campionato europeo è finito. 0-4 il risultato di un'Italia sconfitta in finale, dopo averci fatto sognare battendo la Germania.

Il giorno dopo Prandelli, lodato dal Presidente Napolitano anche per la decisione di restare alla guida della nazionale di calcio, ha spiegato che l'Italia è un paese vecchio e che servono idee nuove.

Parole degne di Monti o di Marchionne, se non fosse che i comportamenti lasciano a desiderare.

Nella stessa conferenza stampa l'allenatore italiano, che da buon padre italiano ha scelto il figlio come massaggiatore della nazionale, ha spiegato di aver messo in campo alcuni giocatori con problemi fisici per riconoscenza. Avevano portato la squadra fino in finale e non si poteva escluderli. Come fece Sacchi nel 1994, sconfitto in finale ai rigori.

Due innovatori, almeno a parole, come tanti italiani, pronti a cambiare ma altrettanto disposti a fidarsi prima di tutto degli amici, dei parenti, dei collaboratori fidati che si conoscono da una vita.

Se vi chiedete perché in Italia si parla molto di cambiamento senza cambiare mai, salvo forse quando siamo disperati, pensate alle parole di ieri di Prandelli. Che in ogni caso va ringraziato per il secondo posto di una nazionale in cui pochi credevano.


1 commento:

  1. Già, Prandelli va ringraziato.
    Pirlo, Bolotelli, Buffon e tutti gli altri vanno ringraziati.
    Arrivare secondi è un ottimo risultato, insperato alla vigilia.
    La sconfitta con la meritevole Spagna ci può stare, mica si può sempre arrivare primi.
    Non si può paragonare questa ottima performance del ct e della squadra azzurra con il disastroso governo Monti.
    rb

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