31 agosto 2012

Marinaleda, il socialismo e le Comunidad


Recentemente si è tornati a parlare di Marinaleda, sperduto paesino di poco meno di 3000 anime nell'Andalusia.
Ciò che contraddistingue la nomea di questo posto sarebbe il raggiungimento di un livello egalitario senza pari, frutto di un lavoro meticoloso di durata pluridecennale, portato avanti dal capo del partito della sinistra radicale locale, nonché sindaco Juan Manuel Sánchez Gordillo.

Ad ogni vagito di crisi economica, esattamente come accadeva ai tempi di Keynes, una parte dell'opinione pubblica tenta di ricercare la soluzione ai propri problemi, con vie alternative al modello in essere. Questo comportamento è determinato da due tendenze, o sarebbe meglio dire dagli spiriti animali, che sono insiti nell'essere umano dalla notte dei tempi. In primo luogo, si è tentati di cercare una soluzione "al di fuori del sistema", quando le risposte che esso ci sta fornendo non sono ritenute sufficientemente efficaci, oppure, quando ci siano asimmetrie informative tali da non comprendere la posta in gioco. Keynes passa, nei giusti ambienti (leggasi "non liberisti") come il salvatore del capitalismo dalla sua prodromica tendenza autodistruttiva. In teoria, sempre negli ambienti giusti (leggasi stavolta come "sinistra radicale"), Keynes è il nemico pubblico numero uno, il sostenitore della causa borghese per eccellenza, perché con le sue brillanti intuizioni ha permesso al capitalismo di correggersi e continuare a fornirci anche quella serie di esternalità positive di cui (noi) non faremmo più a meno: libertà civili e democrazia.

In tal caso, assume un qualche interesse da Econoliberal l'analisi del piccolo paesino andaluso, per poter spiegare, scevri da preconcetti e ideologie, che cosa stia realmente avvenendo.

Riassumo la situazione che si può leggere in questo articolo de L'Espresso, che trattò del paesino già nel 2010:

- il paesino conta 2700 abitanti;
- il sindaco e la sua maggioranza sono le stesse dal 1979 (cioè sono al potere da 33 anni);
- esiste una cooperativa agricola che dà da lavorare a molti abitanti, con rigida suddivisione dei ruoli tra uomini e donne;
- i terreni coltivati a questo scopo sono frutto di una battaglia giuridica per l'esproprio di un latifondo di un nobile locale (nella nostra Costituzione abbiamo disposizioni simili contro la diffusione del latifondo);
- il municipio ha attuato un forte contenimento dei costi, applicando quella che prende il nome di sussidiarietà orizzontale, in tempi non sospetti in cui questo termine non aveva ancora assunto le connotazioni negative di stampo ciellino;
- il programma di auto-costruzione delle abitazioni è qualcosa di fattibile da parte di molti comuni (e direi soprattutto province, uno degli enti più utili, anche se c'è chi delira sostenendo il contrario) anche italiani, in quanto l'ente comune si fa carico di una serie di costi (quindi scarica il costo su tutta la collettività), e li condivide in parte con gli interessati (la prestazione d'opera), altro caso di sussidiarietà;
- il prestito, che poi verrà restituito per contribuire al tutto, va alla Comunidad Autónoma dell'Andalusia, fatto che comporta la critica di "sfruttare il sistema capitalista per foraggiare il sogno socialista", cosa liquidata da un pragmatico "sfruttiamo il sistema come tutti", da parte del loro folkloristico sindaco;
- l'importo di tale rateizzazione è l'abbordabile cifra di 15€/mese per 133 anni.

Bengodi? Terra delle opportunità? Utopia in terra?

Non direi. Ci sono alcune debolezze, solo che giornalisticamente parlando, mostrare un bilancio chiaro e netto delle forze in campo, non fa notizia. Vediamoli insieme.

1° Rinnovamento e democrazia. Sono felice che in Italia abbiano messo il limite di mandato ai sindaci (massimo due mandati consecutivi da 5 anni ciascuno). Per quanto bravi si possa essere, per quanto motivati e democratici ci si senta nel profondo, non siamo più ai tempi di Pericle (quello vero); in tempi di democrazia rappresentativa l'obiettivo delle forze politiche è (anche, se non soprattutto) preparare nuove leve di amministratori per un ricambio. Tolto quel sindaco, chi c'è? Ha un numero due? Scelto con che sistema? Come il fratello di Castro (persona di cui si fidava sicuramente)? O come il cognato iraniano (ultimamente di moda)?

2° Sostenibilità nel medio periodo. Come hanno osservato giustamente i critici, la possibilità dell'auto-costruzione è possibile grazie a fondi della Comunità (l'equivalente delle nostre Regioni), presumo anche sulla base di alcuni fondi europei per lo sviluppo. Badate, quantitativamente, visti gli importi, non viaggiamo su cifre molto diverse a quelle che spendono le province per il settore lavoro e educazione professionale. In secondo luogo, va ricordato che recentemente la Catalogna ha frignato verso Madrid, invocando un prestito senza condizioni da 5 miliardi di euro, pena il loro collasso, frutto di anni di politiche scellerate, in ossequio a poteri semi-illimitati delle Comunidad... Siccome la crisi ha messo in discussione anche il sistema delle autonomie locali spagnolo nella sua interezza, come sta messa l'Andalusia? Da quel che leggiamo, non bene... Per cui è probabile che anche il sogno di questa utopia socialista (a carico di altri contribuenti, nel peggiore dei casi, a danno della specializzazione produttiva, nel migliore), a breve, dovrà essere riveduto e ridiscusso.

3° Divisione del lavoro ottocentesco - Sistema produttivo dello stesso periodo. Come si è visto, il lavoro della principale economia (la cooperativa agricola) è organizzato secondo una suddivisione che fa un po' ridere, visto il sessismo insito nella stessa. Quel che però dovrebbe far piangere, è la politica industriale (assente). Con un sostrato socioeconomico facilitato, si potrebbero avviare sperimentazioni anche di altra natura, come start-up giovanili e insediamenti industriali, interconnettività, tecnologie verdi e/o informatiche... Nulla di tutto questo viene considerato.

Saranno in grado di ridiscutere il proprio modello, con una leadership ingessata da oltre un trentennio? Se fossero veramente democratici, sì... Personalmente non posso far altro che sperare per loro che vada tutto per il meglio, ma come mi piace ricordare il caro Aristotele, "il migliore non si afferma da sé" (per un nostro difetto di fabbricazione, aggiungerei). Considerando poi che la crisi li sta per stringere, non mi stupisce che la loro leadership stia cominciando a correre a degli estremi rimedi... 

9 commenti:

  1. non condivido troppo l'osservazione sulle start-up per due ragioni

    la prima è che sono cose che vanno bene se abiti a madrid, barcellona, ecc e non in un paesino di campagna

    la seconda è che i veri problemi li hanno quelli che hanno solo braccia da offrire e non le persone con conoscenze e capacità maggiori che possono anche, in caso di necessità, emigrare o cercare fortuna in molti settori..

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  2. Beh, ma nessuno li obbliga nemmeno a restare un'economia prettamente agricola...

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    1. vero ma se sei un paesino di campagna non hai molte alternative ...

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  3. Certo, ma infatti ho parlato di start up senza specificare di cosa e poi ho elencato una serie di cose fattibili: tecnologie verdi, agriturismi, ricezione turistica... Poi a seconda della maggiore produzione agricola ci potrebbero essere altre economie di scala realizzabili: per esempio mi viene da pensare al vino (non so se sia il caso), ma grandi estensioni di vigneti comportano economie di scala per le vinacce, gli scarti, utilizzabili tipo per teleriscaldamento, come vedi, di roba ce n'è, ma nelle intenzioni di questi tizi, non c'è nulla. A parte continuare con un modello ottocentesco.

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  4. Comunque il mio intento era smontare l'idea che fosse un bengodi :D

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  5. Qual è la disposizione costituzionale contro il latifondo?

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  6. Ah, avevo capito che intendessi una norma di applicazione immediata nei rapporti interprivati, per questo ti avevo posto la domanda. Chiaramente l'art. 44 si rivolge al legislatore.

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  7. Concordo pienamente con l'articolo.
    Secondo quanto si dice qui in Spagna l'80% dei finanziamenti con cui Marinaleda tiene in piedi la baracca proviene da enti superiori (la provincia, la comunidad, lo Stato...).
    Quindi su vasta scala non penso possa essere sostenibile.

    Comunque credo s'ispiri a idee dei primi anni '30 del periodo della seconda repubblica quando si parlava giustamente di esproprio dei latifondi, di cooperative agricole, o redistribuzione delle terre dei latifondi ai piccoli contadini senza terra, autogestione operaia delle fabbriche o almeno gestione condivisa di esse tra maestranze e dirigenti...E varie idee simili, spazzate via dall'aggressione fascista di Franco, Hitler e Mussolini.
    Oggi sembra che la repubblica è passata alla storia quasi fosse solo anticlericalismo e ateismo puro e duro, in realtà c'erano idee e sogni grossi dietro, che a volte sfociavano in comunismo o anarchia o estremismi vari, ma di fatto la coalizione della Repubblica era guidata da socialisti e repubblicani quindi il progetto di base era la socialdemocrazia, niente di così diabolico...

    Infatti Marinaleda fa parte della rete dei "Municipi per la Terza Repubblica" e questa, per me, è cosa molto giusta...Anche se spero non pensino di mantenere lo stesso governo per 33 anni in una eventuale terza repubblica, e senza nessuna innovazione...stanno raggiungendo gli anni al potere e d'immobilismo della dittatura di Franco di questo passo!

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