13 dicembre 2012

L'abbraccio della burocrazia


In Italia c'è un problema che si chiama subappalto. In sé non sarebbe un problema, ma, anzi, è un modo per razionalizzare le risorse.

Facciamo un esempio. Devo costruire una casa e visto che ne costruisco una all'anno, prendo l'appalto da un'immobiliare e comincio a spezzettare il ciclo lavorativo: appalto gli scavi ad una ditta di movimento terra, gli impianti a elettricisti e idraulici, il cemento armato a una squadra specializzata e così via.

A loro volta, anche coloro a cui ho appaltato i lavori potrebbero subappaltarlo ad altri (a meno che non sia espressamente escluso per contratto).

Questo in un'economia sana è utile perché permette di suddividere i rischi e i picchi di lavoro, infatti ad esempio coloro che eseguono gli scavi, potrebbero farli con macchinari migliori un giorno a me, e il giorno dopo ad un altro, mentre se dovessi fare tutto io, dovrei comprare escavatori e camion e lasciarli per lunghi periodi inutilizzati, così come gli operai che non arriveranno mai al livello di specializzazione del subappaltatore.

Purtroppo in Italia non funziona proprio così e succede che un appaltatore prende un lavoro e inizia una catena di subappalti senza fine dove ogni anello guadagna sugli ultimi. Questo è particolarmente grave in certi settori ad alta intensità di manodopera, come l'edilizia e le costruzioni navali.

Gli ultimi, le aziende che lavorano sul serio, finisce che lavorano sotto costo e per lavorare, evadono sistematicamente IVA, contributi e tasse. Quindi queste aziende in genere hanno vita molto breve e travagliata.

Per contrastare questo fenomeno è stato in principio introdotto il DURC (documento unico di regolarità retributiva), emesso dall'INPS o INAIL, che attesta che tutti i contributi previdenziali dei dipendenti sono stati regolarmente versati.

Su tutti i contratti di appalto è riportato che senza DURC non saranno saldate le fatture dei lavori, questo perché l'appaltatore è obbligato in solido con il subappaltatore per i contributi.

Se da una parte questo spinge per una maggior regolarità contributiva, dall'altro si arriva all'assurdo che l'appaltatore ritarda i pagamenti al subappaltatore e quest'ultimo non ha liquidità per pagare i contributi e quindi non ha il DURC. A questo punto l'appaltatore si rifiuta di saldare le fatture perché il subappaltatore non ha appunto il DURC!

Per le aziende più grandi gli enti previdenziali si rivolgono direttamente all'appaltatore per i contributi (ad esempio alla Fincantieri, come dimostrò Report), ma nella maggioranza dei casi contributi e stipendi dei dipendenti sono perduti per sempre!

Ora è stata introdotta un'altra complicazione: oltre il DURC per l'incasso delle fatture bisognerà essere a posto anche con l'IVA.
Per noi tecnici si tratta di un vero e proprio incubo, sia dalla parte della produzione che da quella del controllo dei documenti, in quanto dimostrare che si è a posto con i versamenti dell'IVA (relativi poi a quello specifico cantiere) è veramente un incubo tra acconti, saldi e crediti!

Dal punto di vista poi teorico non si capisce perché gli imprenditori si debbano tramutare di fatto in ispettori del fisco e perché l'erogazione del pagamento di una prestazione sia subordinata alla regolarità del nostro fornitore!
Dal punto di vista pratico, mi limito a far notare che in grandi cantieri possono esserci centinaia di aziende in subappalto e la mole di lavoro e burocrazia che si crea, per non parlare dei costi aggiuntivi in termini di personale addetto, non è per niente indifferente!

Nessun commento:

Posta un commento

Link Interni

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...